Food delivery: Grubhub denunciata per pratiche commerciali ingannevoli

Washington DC ha denunciato Grubhub: la piattaforma di food delivery si sarebbe resa colpevole di pratiche commerciali ingannevoli.

Food delivery: Grubhub denunciata per pratiche commerciali ingannevoli

Grubhub è nei guai a Washington DC: il Distretto della Columbia, infatti, ha deciso di denunciare l’app di food delivery con l’accusa di pratiche commerciali ingannevoli.

Karl Racine, procuratore generale del Distretto di Columbia, ha citato in giudizio Grubhub (l’azienda è stata acquisita un paio di anni fa da Just Eat) sostenendo che l’app per la consegna del cibo gonfi di nascosto i prezzi per i clienti che effettuano gli ordini tramite essa. La causa chiede non solo la fine di queste presunte pratiche illegali, ma anche la restituzione dei soldi e diverse multe.

Scendendo più nei dettagli, la causa sostiene che le promesse di Grubhub di ordini online “gratuiti” e quelle di “consegna gratuita illimitata” per i clienti Grubhub Plus siano fuorvianti. È vero, i clienti effettuano gli ordini di ritiro gratuitamente, solo che poi l’azienda addebiterebbe le spese di consegna e di servizio per gli ordini standard e le commissioni di servizio per gli ordini Grubhub Plus, nascondendo queste tariffe di servizio nella riga relativa alle imposte di vendita.

grubhub food delivery

In una nota stampa Racine sostiene che Grubhub abbia ingannato i residenti di Washington DC, approfittando anche dei ristoranti locali, per aumentare i propri profitti: l’app avrebbe addebitato commissioni nascoste e utilizzato tattiche pubblicitarie bait-and-switch che sono illegali.

La denuncia continua, poi, sostenendo che gli ordini su Grubhub costino spesso di più rispetto all’ordinare lo stesso articolo al ristorante: il problema, però, è che Grubhub non sottolinea chiaramente la cosa ai consumatori. In effetti Grubhub già addebita ai clienti diversi tipi di commissioni, quindi i consumatori si aspettano che i prezzi dei menu elencati sull’app siano gli stessi del menu del ristorante. Ma pare che spesso non sia così.

Ma non è finita qui: la denuncia (e diverse altre testate giornalistiche) sostiene che Grubhub elencava più di un migliaio di ristoranti di Washginton che non avevano nessun collegamento con l’azienda. Questi elenchi di ristoranti spesso contenevano errori nei menu e conducevano a ordini che ci mettevano più tempo per essere consegnati, che venivano compilati in maniera sbagliata, che venivano consegnati freddi o che venivano anche cancellati.

La denuncia continua parlando anche del fatto che Grubhub avrebbe fatto dei tentativi maggiormente elaborati per inserirsi nelle transazioni dei ristoranti. Come? Lanciando micrositi non autorizzati che si spacciavano per i siti ufficiali dei ristoranti, usando numeri di telefono che permettevano l’addebito di commissioni quando i clienti chiamavano i ristoranti, anche quando poi decidevano di non ordinare nulla.

Dal canto suo Grubhub ha dichiarato che avrebbe contestato la causa: molte delle pratiche descritte o sono state adeguatamente rese note o sono state interrotte. Katie Norris, direttore delle comunicazioni dell’azienda, ha spiegato che, nel corso dell’ultimo anno, hanno cercato di avviare un dialogo con l’ufficio del procuratore in modo da vedere se ci fossero margini di miglioramento.

Secondo Grubhub, l’app adesso non mostra più i ristoranti che non hanno stretto con l’azienda accordi di collaborazione e ha ritirato i suoi micrositi. Inoltre sono presenti maggiori informazioni per quanto riguarda i termini di utilizzo.