Flavio Briatore ha provato a difendere la sua pizza da 15 euro, quella del Crazy Pizza per intenderci. E si chiede che ingredienti usino gli altri per poter vendere pizze a 4 euro.
Da un po’ di tempo si parla di quanto sia caro andare a mangiare da Crazy Pizza. Inizialmente Briatore aveva fatto spallucce sostenendo che chi lo criticava stesse parlando di “aria fritta” visto che loro erano prenotati fino a fine giugno.
Tuttavia, visto che i social non si placano, ecco che ha deciso di difendere a spada tratta il suo locale, al motto di “Io sono un genio e voi non lo siete: questa è la differenza”.
In un video pubblicato sui social, Briatore prima ha difeso la sua pizza e coloro che lavorano nei suoi locali, ricordando il successo delle diverse filiali del Crazy Pizza, inclusa l’ultima aperta a Riad.
Poi ha deciso di tirare un affondo nei confronti di chi riesce a vendere le pizze a 4-5 euro (considerando che da lui la pizza margherita costa 15 euro e la bufalina 25 euro). Briatore si chiede che razza di ingredienti usino gli altri per riuscire a tenere i prezzi così bassi e vendere una pizza a 4 euro.
Neanche troppo velatamente l’imprenditore ritiene che la maggior parte dei pizzaioli usi ingredienti di minor valore per riuscire a tenere basso il prezzo per il consumatore finale. Briatore difende anche la sua pizza, definita spesso come “troppo sottile”: forse è meglio quella che danno gli altri pizzaioli che ti servono una mattonata con annesso laghetto di pomodoro?
E rincara poi la dose: per vendere una pizza a 4-5 euro, oltre alla qualità degli ingredienti, come fanno poi a pagare stipendi, affitti, gas, luce, ammortamenti… O riesci a venderne 50mila o c’è qualcosa che non torna.
Briatore poi sottolinea che le materie prime da loro utilizzate non sono a buon meercato: il Pata Negra costa 65 euro al kg, il prosciutto San Daniele 35, i pelati Trianese 4, il Gran Biscotto 30-35 e la mozzarella di bufala 15 euro. E conclude sottolineando che in Italia la base di tutte le critiche è sempre la stessa: l’invidia.