Roberto Masi, Ad di McDonald’s, le aveva promesse al sindaco Dario Nardella: contro la sua decisione di sbarrare il passo al colosso del fast food pur di salvaguardare il regolamento Unesco e difendere il centro storico di Firenze dalla sciatteria che impongono negozietti di kebab, cineserie di bassa lega e per l’appunto fast food, sarebbe passato alle vie legali.
E adesso la causa è arrivata: una causa da 18 milioni di euro.
Facciamo un passo indietro per capire meglio.
Dopo una lunga trattativa con l’amministrazione fiorentina per l’apertura di un ristorante della catena in piazza Duomo, nei locali di Universo Sport, un negozio di articoli sportivi in crisi, compresi diversi incontri proprio con Nardella che si era anche complimentato per il progetto, la catena americana viene zittita da un sermone anti-fast food pronunciato dal sindaco in Consiglio comunale.
A nulla sono valsi gli sforzi di McDonald’s per rispettare il regolamento Unesco che impone il 50% di cibi toscani, e sì che aveva addirittura ripensato il concetto di fast food, tanto che il locale di piazza Duomo avrebbe avuto servizio al tavolo, arredi di qualità, wi-fi, una libreria e, soprattutto, un menu a grande prevalenza toscana, dalla carne chianina ai vini.
Ma Nardella si sente protetto dalla legge Franceschini, che attribuisce ai sindaci la facoltà di vietare l’apertura di negozi in zone di particolare valore archeologico, storico, artistico o paesaggistico, qualora ci sia il rischio di urtare la sensibilità di fiorentini e turisti o le regole dell’Unesco (che in casi simili pone dei limiti).
Il senso è che McDonald’s ha tutto il diritto di chiedere l’apertura di un ristorante in Centro ma il Comune, allo stesso modo, ha il diritto di rispondere no”
La multinazionale del Big Mac recepisce il chiarissimo rifiuto, accenna alla protesta, infine si defila.
E’ la quiete dopo la tempesta: nel frattempo si affilano le armi per portare il caso in tribunale.
Da qui in poi subentra il legalese, ma in parole povere McDonald’s accusa l’amministrazione fiorentina di mancati introiti, l’ammontare del danno è presto detto: 18 milioni, euro più euro meno, per i prossimi venti anni.
Ora la parola passa al sindaco di Firenze.
[Crediti | Link: Repubblica]