Brutte notizie in arrivo per la pizzeria di Momi Tito El Hawi a Firenze: il locale gestito dal leader di IoApro rischia di chiudere per sempre. Il Comune di Firenze, insieme con il Prefetto, ha deciso, infatti, di avviare il procedimento e gli atti indispensabili affinché l’attività venga chiusa per sempre. A darne notizia è una nota stampa diramata da Palazzo Vecchio, la quale ha spiegato anche il motivo di tale provvedimento.
Nella nota, infatti, si legge che la richiesta di chiusura definitiva dell’attività si è resa necessaria a causa delle numerose violazioni delle normative anti Covid-19 e dell’inosservanza dei relativi provvedimenti di sospensione dell’attività.
Queste violazioni riguardano, in particolare, la “reiterata inosservanza” dell’obbligo di rimanere chiuso con annessa rimozione dei sigilli apposti al locale. Questo comportamento si configura come una manifestazione di dispregio delle regole di tutela della salute e della sicurezza pubblica, nonché dei criteri di leale concorrenza.
La notifica della procedura di chiusura dell’attività è già stata comunicata al titolare della pizzeria, il quale, ovviamente, non ci sta ed è pronto ad andare per vie legali. Secondo quanto dichiarato, per lui tutte le chiusure imposte sono illegittime, così come i sigilli. E di conseguenza lo è anche il provvedimento preso nei suoi confronti.
All’agenzia Dire, il titolare ha sottolineato di star parlando con chi di dovere per tentare di capire come risolvere la situazione. Se non ci saranno esiti positivi, procederà per vie legali. Nel frattempo, lui continua a rimanere aperto: per sette volte hanno messo i sigilli e per sette volte li ha tolti. Lui andrà avanti per la sua strada: è convinto di essere dalla parte del giusto e quindi di poter fare qualsiasi cosa.
Che sia questo il destino che toccherà anche alla Torteria di Chivasso? Anche in questo caso i provvedimenti presi le continue violazioni delle restrizioni anti Corovonavirus non sono stati mai rispettati dalla titolare, la quale ha continuato a organizzare aperitivi disobbedienti davanti al locale, con tanto di assembramenti e assenza di mascherine.