Eike Schmidt, direttore degli Uffizi di Firenze, ha chiesto una tassa per i locali di street food. Troppi turisti mangiano e lasciando dietro di sé rifiuti e sporcizia sulle strade. Questa tassa potrebbe servire per affrontare le spese per la pulizia della città.
Da tempo il direttore degli Uffizi si sta adoperando per cercare di arginare i danni e i problemi che il turismo selvaggio sta causando alla città. Attualmente il guaio maggiore è rappresentato dalla sporcizia che visitatori e turisti lasciano dietro di sé dopo aver mangiato dello street food. E questo accade soprattutto attorno ai principali monumenti.
Questa tassa aggiuntiva, secondo Schmidt, dovrebbe essere destinata ai locali di street food, quelli che non hanno spazi o tavolini da offrire ai clienti, ma che costringono questi ultimi a mangiare per strada. I soldi derivanti da tale balzello andrebbero a coprire i costi di pulizia delle strade, visto che, come sostiene il direttore, “l’olio del panino e il ketchup non fanno bene alla pietra serena”.
Il direttore ha poi sottolineato che gli Uffizi e il loggiato esterno devono essere puliti due volte al giorno, il tutto a spese del museo: questo serve per evitare che la sporcizia danneggi la struttura (da tempo è nota la polemica per l’abitudine dei turisti di mangiare seduti sui gradini degli Uffizi). La pulizia del resto della piazza, invece, è a carico del Comune, che però, spesso, non riesce a soddisfare le reali necessità.
In un’intervista rilasciata al Giorno, ripresa poi anche da altre testate, secondo Schmidt la maggior parte dei problemi è causata dalla tipologia di turisti mordi e fuggi: sono quelli che si fermano una sola giornata e “vogliono spendere poco”.
Oltre alla tassa per coprire le maggiori spese da dedicare alla pulizia delle strade dopo il passaggio dell’orda, il direttore propone anche di realizzare dei percorsi alternativi. Magari possono essere aperte altre tipologie di locali. Oppure si potrebbe incentivare il turismo anche durante la bassa stagione.
Dal canto suo, gli Uffizi stanno implementando anche il progetto degli Uffizi Diffusi: si tratta di un’iniziativa di “ampio respiro” per disperdere un po’ i visitatori in modo che non si accalchino tutti quanti intorno al museo.