“Caro Facebook, vorremo dirti che “Finocchiona” non è un insulto ma un insaccato tipico toscano!”. E’ questo il problema con l’Intelligenza Artificiale: a differenza di quanto pensava Isaac Asimov, alla fine, non è poi così intelligente. Almeno, non più di tanti umani.
E così va a finire che l’algoritmo di Facebook che controlla che i contenuti sponsorizzati e quelli postati in generale rispettino “gli standard della comunità” (no foto di nudo, per dire, e mai e poi mai insulti razzisti) consideri la parola “Finocchiona” un insulto, e banni l’innocuo spot di un panino. Possiamo immaginare che il cervellone computerizzato del social network abbia accostato il salume toscano con un termine dispregiativo di genere: e allora tira una brutta, bruttissima aria per tutti quei produttori che vogliono sponsorizzare un po’ la vendita dei loro finocchi.
La vicenda
L’episodio – assolutamente buffo, questo è certo – è stato raccontato sui social da Interiora Design, brand di panini che, dopo essersi vista rifiutare la sponsorizzata perché “sembra insultare o prendere di mira gruppi specifici di categorie protette”. Che già, quel “categorie protette” suona un tantino anacronistico, perché non dovrebbe esistere proprio nessuno da cui proteggere le persone omosessuali, se questa è la “categoria” di cui stiamo parlando. Ok, va bene, non facciamo i pignoli con l’uso del linguaggio. Però è Facebook che ha cominciato.
Comunque, tutto è bene quel che finisce bene, come diceva mio nonno, che di certo non considerava la Finocchiona un insulto a nessuno, se non alla sua dieta, che peraltro manco esisteva. Con questo buffo fraintendimento, la vicenda di Interiora Design è finita un po’ ovunque, giusto per rivalsa dei tanti, tantissimi content creator di qualsiasi genere che si sono ritrovati, almeno una volta nella vita, di fronte alle assurde prese di posizione di Facebook per la realizzazione di un’inserzione. Ora, si sono voluti vendicare, usando la vicenda della Finocchiona per prendere un po’ per i fondelli (si può dire fondelli o è da ban?) Mark Zuckerberg. E il risultato è che Interiora Design ha avuto più pubblicità così che con la piccola sponsorizzata bocciata dai social.