Badate bene – non è che troviamo particolare piacere nel vedere il proverbiale bicchiere come “mezzo vuoto”, nel cercare l’ingranaggio in colpevole ritardo, nell’essere – per metterla in maniera ancora più democratica – dei guastafeste. La verità è che, a onore del vero, quella che viene presentata come coraggiosa innovazione sperimentata in qualche punto vendita potrebbe (e dovrebbe) essere già abbondantemente adottata un po’ per tutto lo Stivale.
Ci stiamo riferendo agli scontrini digitali, introdotti solo negli ultimi giorni come “iniziativa” dai supermercati a marchio Coop Alleanza 3.0. L’iniziativa in sé, al netto della nostra apertura di articolo, è naturalmente virtuosa, in quanto permette di evitare del consumo di carta, tutelando nel frattempo l’ambiente, e di offrire ai consumatori e ai clienti la possibilità di conservare online le ricevute degli acquisti a lungo senza rischio di perderle. In altre parole vince il pianeta, che d’altro canto di questi tempi ne avrebbe proprio bisogno, e vince lo stesso consumatore: perché, allora, lo scontrino digitale non è la normalità?
Normalità, non eccezione: il caso dello scontrino digitale
Sarà che da questa parte delle Alpi serpeggia un’atavica resistenza a quel che è nuovo, a quello che si discosta dal “ma abbiamo sempre fatto di più”, a quello che sì, evidentemente richiede una certa (e per certa intendiamo elementare) alfabetizzazione digitale a una popolazione sempre più anziana.
Fatto sta che lo scontrino digitale potrebbe essere una forma di innovazione nettamente meno invasiva e alienante dei cosiddetti supermercati senza casse, che di fatto stanno già muovendo i loro primi, tiepidi passi nel contesto nostrano, ma che in altre parti del mondo sono già stati (ri)sostituiti dai più tradizionali punti vendita con cassieri in carne e ossa.
L’automazione, in altre parole, può spaventare e suscitare una certa diffidenza – la digitalizzazione, invece, è una risorsa pulita che dovrebbe essere opportunatamente sfruttata. Coop Alleanza 3.0, dicevamo, deve averlo intuito bene: d’ora in avanti nei 350 punti vendita della cooperativa, che spaziano dal Friuli Venezia Giulia fino alla Puglia, verrà infatti chiesto se si preferisce avere lo scontrino cartaceo integrale o una semplice ricevuta sintetica, con la versione estesa (che, è giusto notarlo, vale anche come garanzia) in digitale comodamente consultabile sull’app o nella sezione personale del sito.
La novità è stata comprensibilmente accompagnata da una campagna di comunicazione atta a convincere i propri clienti a scarica l’applicazione o, diversamente, a registrarsi sul sito, in modo da fare pieno utilizzo dello scontrino digitale e risparmiare tonnellate di carta. Qualche numero, in chiusura, per avere più chiaro il contesto: solo lo scorso anno la cooperativa ha stampato oltre 100 milioni di scontrini, l’equivalente – messi l’uno dopo l’altro – di 40 mila chilometri, ossia la circonferenza della Terra. E badate bene, si tratta di carta termica: non riciclabile.