Nuova teoria di Filippo La Mantia relativa al fatto che nel settore della ristorazione non si trovano dipendenti. Dopo aver aderito anche lui al mantra del “i ventenni non vogliono lavorare fino a tarda notte”, adesso sostiene che la mancanza di personale in tutto il settore del turismo sia dovuta a una sorta di “ricambio generazionale”.
Filippo La Mantia ci spiega (di nuovo) perché manca il personale
In un’intervista rilasciata a LaPresse, Filippo La Mantia, che solo poco tempo fa ha dovuto chiudere il ristorante che aveva aperto un anno fa alla Stazione Centrale di Milano proprio a causa della mancanza del personale, è tornato a parlare della questione della difficoltà di reperimento di cuochi e camerieri.
La Mantia ha spiegato che non sono solo i ristoratori ad avere questo problema: non si trovano neanche bagnini o metalmeccanici. Commentando i dati di Confesercenti, che ha sostenuto come il 36% delle imprese ha segnalato di aver avuto difficoltà a trovare lavoratori per l’estate, ecco che La Mantia ha ribadito che non sono tutti schiavisti e che non è vero che tutti sfruttano e pagano poco.
La Mantia ribadisce che non bisogna fare di tutta l’erba un fascio e che bisognerebbe parlare un po’ di più dei numerosi imprenditori del settore che pagano i dipendenti il giusto o anche di più. Perché a quando sostiene lo chef questi imprenditori esistono davvero.
Lo chef ha poi continuato parlando indirettamente della sua recente chiusura: dopo 29 anni di lavoro nel mono della ristorazione non è possibile trovarsi con un ristorante di proprietà, pieno di prenotazioni, ma senza personale. Da qui la decisione di chiudere e dire basta.
Secondo lo chef questa latitanza di aspiranti camerieri e cuochi non è dovuta a un problema di turni, al fatto di lavorare fino a tardi, nei festivi o nel weekend o a un problema di retribuzione. Per lui questi sono tutti alibi: il vero motivo è che siamo di fronte a un ricambio generazionale.
I giovani hanno deciso di volere uno stile di vita diverso, tutto qui. Semplicemente se non si troverà più personale disposto a lavorare la sera, ecco che chi vuole andare a cenare non troverà più ristoranti aperti di sera. I tempi sono cambiati e così anche l’approccio al lavoro delle nuove generazioni. Come finirà? La Mantia sostiene che alla fine gli imprenditori di 50-60 anni si dovranno rivolgere ai lavoratori che hanno superato pure loro i 50 anni, ma che, secondo lo chef, hanno la vitalità, l’energia e la voglia di mettersi in discussione, quella generazione che è abituata a lavorare senza sentirsi sfruttata.