Cos’era di giornalisti bolognesi, l’altro giorno, lo spazio che Dissapore ha all’interno di FICO, quando per scambiarci gli auguri di buone feste con i lettori abbiamo portato nella “Disneyland del cibo” una lista di ospiti lunga così, compresi Massimo Bottura e Oscar Farinetti.
Proprio il presidente di Eataly, che di FICO è l’ideatore, ha snocciolato a Dissapore i numeri delle prime settimane di attività del mastodonte bolognese, consegnandoci anche un lungo sfogo ripreso dal Corriere di Bologna.
I numeri
I numeri, dicevamo: 357.000 visitatori in sette settimane per 6,4 milioni di incasso, con la previsione di arrivare a mezzo milione di visitatori e 8,5 milioni di euro di fatturato entro fine anno.
[Fico Eataly World visto dal New York Times]
La metà arriva dai ristoranti (va benissimo il Teatro della carne, meno Cinque, il ristorante di Enrico Bartolini, n.d.r.) l’altra è divisa in parti uguali tra la vendita dei prodotti, che prometteva di più, e gli eventi.
Sono i numeri di un flop?
“È un po’ più di quanto avevamo previsto –spiega Farinetti– chi parla di flop si sbaglia. È un luogo molto weekendaro. Se invece di 6-7 mila persone ce ne sono 4 mila, sembra vuoto. Manca ancora il traino degli stranieri, al momento solo il 10% del totale dei visitatori. Ci stiamo preparando per esplodere in primavera e in estate, da Pasqua a ottobre”.
Gli errori
Soddisfazione ma anche consapevolezza delle cose da migliorare.
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“Ci sono stati gravi errori che ora dobbiamo farci perdonare. Sbarre che non si alzavano, ristoranti che sbagliavano a preparare da mangiare. Qualcuno si è lamentato. Occorre migliorare l’accoglienza, spiegare meglio ciò che c’è dentro Fico, forse servirà un’audioguida. Poi le persone fanno fatica a trovare i bagni, abbiamo sbagliato la cartellonistica.
Tra gli errori ci sono anche i prezzi da ritoccare al ribasso:
“Alcuni prodotti hanno prezzi elevati. Dobbiamo lasciarli: stiamo cercando di spiegare a tutti che se vai in una concessionaria Audi trovi la Skoda e trovi la Bentley. Certo che la Skoda costa meno, ma è un prodotto diverso. Qui stiamo parlando di cibo, di roba che mangiamo, e la qualità costa. Però dobbiamo mettere una linea di prodotti marchiati Fico di grande qualità a prezzi più sopportabili, una roba sana, buona, magari non con caratteristiche pazzesche ma comunque buona, genuina”.
Le critiche
In genere, a ricevere critiche è solo chi fa, giusto così. “Alcune sono davvero perfide”, precisa però Farinetti, in particolare quelle sull’inceneritore che ha portato a diverse proteste e un’interrogazione parlamentare di Forza Italia.
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“Fatemi capire: prima di noi qui ci sono stati 20 mila ragazzi dell’Università, la Granarolo e il Caab, e tutto andava bene. Prima non si poteva morire e ora sì? Chi lo sostiene venga con me a Montecarlo, c’è un inceneritore in pieno centro, vicino al Casinò. Come qui, emette fumi sotto il limite di legge”.
Lo sfogo affidato a Dissapore continua: “Chi mi conosce pensa che io sia un cinico. Ma un cinico se ne sbatte delle critiche, io ci sto malissimo. Ho parlato a lungo con un ragazzo di ‘questi’, e io gli ho detto: se hai ragione tu con la storia dell’inceneritore, io chiudo Fico domani. Se invece i numeri sono quelli giusti, allora devi cambiare idea”.
Al netto delle critiche, il lavoro da fare, specie per Tiziana Primori, amministratore delegato di FICO, non manca. A rendere bene l’immagine è di nuovo Farinetti: “FICO è una macchina nuova che fa i 300 all’ora e noi abbiamo appena preso la patente”.
[Crediti | Corriere di Bologna]