I recenti commenti di Vladimir Putin circa gli accordi che hanno permesso all’Ucraina di ripristinare – almeno in parte – il proprio flusso di derrate alimentari ne hanno svelato l’animo fondamentalmente instabile; e pare che l’ONU l’abbia interpretato come chiaro segnale di intensificare gli sforzi per mediare una ripresa delle esportazioni di cibo e fertilizzanti dalla Russia. Ripresa che, a onore del vero, fu uno degli aspetti centrali del pacchetto negoziato in quel di Istanbul, che di fatto permise a Kiev di riprendere le spedizioni per il Mar Nero: in questo contesto, riuscire a sollevare gli ostacoli che a oggi bloccano le esportazioni russe potrebbe essere un tassello fondamentale per mantenere un equilibrio così ballerino.
Nello specifico, le Nazioni Unite hanno proposto che l’ammoniaca di proprietà del produttore russo di fertilizzanti Uralchem venga portato tramite gasdotto al confine tra Russia e Ucraina, dove verrà acquistato da Trammo, commerciante di materie prime con sede negli Stati Uniti che si è detto entusiasta di poter partecipare a un progetto di tale portata. “Riteniamo che la ripresa delle spedizioni aiuterà a stabilizzare i prezzi dei fertilizzanti in tutto il mondo e ad evitare una crisi alimentare globale” ha affermato a tal proposito l’amministratore delegato Ed Weiner.
“Le Nazioni Unite stanno portando avanti tutti gli sforzi per consentire un risultato positivo sulle esportazioni russe di ammoniaca sui mercati internazionali”, ha affermato Rebeca Grynspan, funzionario commerciale delle Nazioni Unite, che guida l’agevolazione delle esportazioni russe di cibo e fertilizzanti. Al di là dei motivi prettamente politici e diplomatici – un’intesa del genere, come accennato in apertura, fornirebbe a Mosca un motivo in più per attenersi agli accordi per l’esportazione sul Mar Nero -, la ripresa del flusso di fertilizzanti permetterebbe di allontanare un altro po’ lo spaventoso spettro di una crisi alimentare su scala globale che, inevitabilmente, finirebbe per travolgere in primis i Paesi economicamente più deboli.