Tra le conseguenze più sentite della guerra tra Russia e Ucraina c’è senza ombra di dubbio la cosiddetta crisi dei fertilizzanti: ad appena una manciata di giorni dall’inizio del conflitto, infatti, entrambi i Paesi – con la Russia che in particolare torreggiava come uno dei principali produttori mondiali – hanno deciso di interrompere le esportazioni, determinando l’inizio di una nuova ondata di rincari in agricoltura. Secondo i dati Eurostat, infatti, nel contesto del Vecchio Continente il costo dei fertilizzanti è più che raddoppiato (+116%) su base annua, trascinando al rialzo – secondo i dati del secondo trimestre del 2022 – le quotazioni di cereali (+68%), semi oleosi (+59%) e uova (+45%).
Importante ricordare, per di più, che questa crisi è appena un tassello in un mosaico di emergenze; e di fatto va ad affiancarsi ai rincari dalle materie prime e da quell’ammasso di problemi che abbiamo imparato a riassumere nell’espressione “caro bollette”. Tornando ai dati Eurostat, i tassi di aumento più severi del prezzo medio di fertilizzanti, energia e lubrificanti sono stati registrati in Lituania (+91%), Lettonia (+62%) e Croazia (+50%); mentre sul fronte della produzione agricola la crescita più cospicua è stata osservata in Lituania (+65%), Estonia (+53%) e Ungheria (+43%). Gli aumenti più bassi, invece, si sono registrati in Danimarca (+7%), Malta e Portogallo (entrambi +12%).