Con ricavi per 10 miliardi di euro, tanto vale la Nutella globalizzata (ogni anno ne vengono vendute circa 250 mila tonnellate in 75 paesi diversi) Ferrero supera Nestle e diventa la terza multinazionale del cioccolato nel mondo.
Con un solo azionista familiare benché senza una sola patria.
Stupisce ancora oggi la mappa dell’OCSE (l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) con i paesi coinvolti nella produzione della famosa crema spalmabile:
nocciole dalla Turchia, olio di palma dalla Malesia, cacao dalla Nigeria, zucchero dal Brasile e dall’Europa, vanillina da una fabbrica francese in Cina.
Il podio dei re del cioccolato conquistato con un impero di 78 consociate, 22 stabilimenti produttivi e 33mila dipendenti sparsi per il mondo, nonostante le vendite nella Penisola stabili rispetto al decennio scorso (1,4 miliardi di euro), racconta di una taglia più che raddoppiata all’estero, per un globale di 5,3 miliardi di euro di soli ricavi.
Sono 160 i Paesi dove i prodotti Ferrero si sono affermati di pari passo con i prodotti locali: Nutella, Kinder e Ferrero Rocher oggi sono venduti accanto a M&M’s di Mars, Toblerone e Milka di Mondelez.
Il gruppo, però, non esclude e anzi auspica l’apertura verso nuovi mercati: eccezionali i risultati, secondo Giovanni Ferrero, in Medio Oriente, Asia, Australia, Canada.
L’eccezione italiana, dove i ricavi non crescono da anni, ha reso necessario un riassetto organizzativo: dal 1° maggio 2018 la Ferrero SpA avrà sede in Lussemburgo, e diventerà una holding con quattro controllate per ciascun ramo di attività. Una decisione presa per migliorare l’efficienza operativa, oltre ad avere un maggior impatto occupazionale.
Un ultimo dato: nel caso la (fortunata) famiglia Ferrero voglia finanziare nuova acquisizioni dopo quelle della la turca Oltan, che ha permesso alla multinazionale di rafforzare la posizione sul mercato delle nocciole, e dell’inglese Thorntons, leader in Gran Bretagna nella produzione e commercializzazione del cioccolato, può contare su utili per 889 milioni lordi nel 2015.
[Crediti | Link: Corriere.it]