Il caso Ferragni-Balocco, ovvero le indagini per truffa aggravata sulla vendita del pandoro Pink Christmas legata alla beneficenza per l’ospedale Regina Margherita, è giunto a una svolta importantissima. Il Codacons ha fatto ricorso al tribunale di Torino, il quale non solo ha confermato la pratica commerciale scorretta ma ha anche aperto la strada per il risarcimento ai consumatori.
Consumatori che hanno acquistato il Pandoro Chiara Ferragni pensando di contribuire direttamente alla raccolta fondi, di una cifra in realtà prestabilita da tempo dall’azienda e dall’imprenditrice: il nodo gordiano della cosa è proprio questo, la campagna di vendita ha indotto l’acquirente a dedurre che l’ammontare della donazione fosse proporzionale al successo di vendita del prodotto. Nonostante Ferragni abbia sempre mantenuto la linea di un “errore di comunicazione” prima, e del “mi hanno fraintesa” dopo, il tribunale di Torino in merito non ha dubbi: è confermata la pratica commerciale scorretta.
Il Codacons apre la strada al risarcimento dei consumatori
Se le indagini giudiziarie si occupano dei diretti interessati in primo luogo, il Codacons agisce nell’interesse dei consumatori. In questo caso di coloro che hanno aderito alla “raccolta fondi” e acquistato il Pandoro Pink Christmas, di Balocco e Ferragni. Ecco perché ha chiesto al tribunale di Torino – insieme all’Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi e Adusbef – un accertamento con lo scopo di “dichiarare la responsabilità della Balocco per pratica commerciale scorretta“. E tale ricorso è stato accolto. Questa sentenza ha un’importanza senza pari perché apre la strada al risarcimento dei consumatori che avevano acquistato il Pandoro in questione: una “sentenza clamorosa” – dichiara il Codacons – “che apre le porte ai risarcimenti in favore di coloro che, ingannati dai messaggi lanciati dall’azienda e da Chiara Ferragni, hanno acquistato il pandoro Pink Christmas“. Questo nonostante il contrattacco da parte degli indagati.
Ecco quanto dichiara il tribunale di Torino: “le modalità di pubblicizzazione e diffusione della pratica commerciale poste effettivamente in essere dalla società Balocco S.p.A. hanno lasciato intendere ai consumatori, contrariamente al vero, che, acquistando il ‘Pandoro PinkChristmas’, avrebbero contribuito direttamente e proporzionalmente al reperimento dei fondi utili al finanziamento in favore l’Ospedale Regina Margherita di Torino per l’acquisto di un nuovo macchinario, che avrebbe permesso di esplorare nuove strade per le cure terapeutiche dei bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing“.
La posizione di Chiara Ferragni si aggrava
Il ricorso del Codacons, oltre al risarcimento descritto, riesce anche ad aggravare ulteriormente le indagini in corso su Chiara Ferragni e su Balocco: “la sentenza aggrava la posizione dell’influencer nell’inchiesta per truffa aggravata aperta a Milano“, spiega l’associazione. Infatti non si parla più solamente di pandoro ma anche delle uova di Pasqua insieme a Giochi Preziosi, e alla raccolta fondi fatta insieme a Oreo.
In più, il tribunale di Torino si focalizza anche sul prezzo del pandoro Balocco griffato Chiara Ferragni. Sempre nella sentenza, è riportato che “anche la rilevante differenza di prezzo del Pandoro Pink Christmas rispetto al suo equivalente pandoro Balocco classico ha evidentemente contribuito ad indurre nel consumatore il convincimento che nel maggior prezzo vi fosse una diretta contribuzione al reperimento dei fondi utili al progetto di beneficenza“.