Questa nuova normalità potrebbe durare anche dai 6 ai 12 mesi. Solo il vaccino o una cura antivirale efficace potranno riportare il mondo ad una vera normalità. E, nel frattempo, in Italia, l’incertezza regna sovrana per oltre 6 aziende alimentari su 10.
È la fotografia scattata dall’Università Roma 3 commissionata da Unione Italiana Food sulla base dei dati forniti da 120 grandi, medie e piccole aziende alimentari italiane. Secondo l’indagine, 6 imprese su 10 hanno registrato un calo di fatturato dal 20% al 30% e sono preoccupate sugli effetti a lungo termine della pandemia.
Il 61% delle aziende crede che il coronavirus avrà un impatto elevato o molto elevato sul futuro e sarà importante puntare sulla forza del Made in Italy, innovazione e mercato estero (l’export agroalimentare verso Cina e Germania ripartirà in autunno). In questa fase ricoprirà un ruolo chiave l’aiuto delle Istituzioni. Vengono invocate misure economiche di aiuto alle imprese come sgravi fiscali e azioni per il rilancio dei consumi.
Nel frattempo, misure come lo smart working hanno preso piedi – 8 su 19 (79%) – la produzione è calata per il 53% e cresciuta per il 33%.