Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura e di tutte altre cose, in una conferenza stampa ha annunciato che il Governo ha varato ben quattro decreti per regolamentare la vendita delle farine di insetti. Il più importante? Quello che stabilisce che le farine di insetti debbano essere vendute su scaffali separati. Già, proprio così.
A che pro vendere le farine di insetti su scaffali separati?
La domanda è lecita: forse che la gente non sa più leggere? Non mi pare così difficile leggere un’etichetta, ma a quanto pare il Governo ritiene che sia necessario separare le farine di insetti mettendole in vendita su scaffali ben distanti da quelli delle farine normali.
Secondo Lollobrigida, è necessario rafforzare la capacità di discernimento delle persone (e io che pensavo che se su un’etichetta c’era scritto “Farina di grilli” questo fosse già un messaggio abbastanza chiaro). I quattro decreti emanati riguardano i livelli autorizzativi delle farine derivanti dagli insetti. Quindi: scaffali separati e etichettatura specifica (con un grillone disegnato in maniera evidente sulla confezione per chi è troppo pigro per leggere due righe di etichetta? Chiedo per un amico).
Lollobrigida ha sottolineato che ognuno può nutrirsi con ciò che ritiene più idoneo per la propria alimentazione (grazie per la concessione) e non considera questi prodotti in concorrenza con quelli della dieta Mediterranea. Tuttavia non vuole che i prodotti derivanti dalle produzioni italiane siano in commistione con questo tipo di farina (che la “grillosità” è un attimo che per osmosi passa da un pacchetto all’altro).
A parlare dei quattro decreti è stato anche Alfredo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, il quale ha ribadito il concetto secondo il quale i consumatori devono avere tutte le informazioni per poter scegliere questo tipo di prodotti.
Anche per Urso è importante che i consumatori siano informati su come e con che cosa sono stati realizzati i prodotti e da dove vengono le farine. Inoltre al Governo sono ben consapevoli del fatto che non tutti usano i nostro stessi strumenti e standard ambientali e certificazioni.
Pure Orazio Schillaci, ministro della Salute, è intervenuto sulla questione, sostenendo che vigileranno con attenzione in quanto questi prodotti “non sono in linea con il nostro paradigma di alimentazione”. Schillaci è convinto che sia gli italiani che gli europei, una volta opportunamente informati, sceglieranno i prodotti Made in Italy, di qualità e con filiera organizzata e controllata.
Schillaci ha poi sottolineato che si è ancora all’inizio e ancora non si sa quale possa essere l’incidenza di eventuali allergie a queste farine di insetti, ma è importante che ci sia un’etichettatura chiara e che chi acquista il prodotto sappia che c’è il rischio di allergia.
Viene oziosamente da chiedersi che corto circuito si creerebbe in queste affermazioni se venisse prodotta della farina di insetti Made in Italy: se i grilli sono tutti italiani e la filiera è tutta italiana, vale comunque come Made in Italy?