Mari sempre più sfruttati. La farina di pesce usata negli allevamenti intensivi aiuta gli stessi, a discapito tuttavia dei mari africani, che si trovano ad essere vuoti.
A segnalare la faccenda è Greenpeace tramite il rapporto “pesce sprecato”, secondo cui la produzione di farina di pesce per l’acquacoltura minaccia i mari e ruba il sostentamento alle popolazioni dell’Africa occidentale. Questo perché metà del pesce consumato nel mondo non è pescato ma allevato in acquacoltura, il che comporta alcune conseguenze: ambientali e sociali. La produzione di farina di pesce aumenta, così come l’olio di pesce, entrambi mangimi negli allevamenti: è una minaccia per i mari al largo delle coste dell‘Africa occidentale.
Giorgia Monti, responsabile della campagna mare di Greenpeace Italia, sostiene: “stiamo perdendo centinaia di migliaia di tonnellate di pesce idoneo all’alimentazione umana per soddisfare l’industria mangimistica, con un impatto potenziale su oltre 40 milioni di consumatori africani. È assolutamente inaccettabile che si tolga loro il pescato per nutrire il pesce che finisce nei nostri piatti”.
Fonte: lifegate.it