Il discorso che circonda i cosiddetti insetti commestibili è ancora un campo minato, motivo per cui il recente semaforo verde da parte di Bruxelles alla messa in commercio della farina di grillo in quanto prodotto alimentare ha innescato reazioni forti – specialmente da parte delle frange più conservative della popolazione, evidentemente spaventate che questi nuovi alimenti possano sostituire i grandi protagonisti della tradizionale media nostrana. Che per carità, un poco di circospezione è fin comprensibile: nonostante gli insetti siano ampiamente utilizzati in diverse cucine sparse per il mondo (specialmente a Est), passare dalla pastasciutta ai grilli potrebbe sembrare un salto un po’ azzardato – specialmente considerando le “reazioni forti” a cui abbiamo accennato poco fa, che predano maliziosamente sull’indecisione del pubblico e fanno loro credere che gli uni debbano escludere gli altri.
La realtà è che si tratta di una novità stimolante e innovativa, che potrebbe rappresentare una potenziale soluzione (o comunque parte di essa) a un sistema alimentare che, diciamocelo chiaramente, viaggia stolidamente verso il collasso. Una buona notizia? Presto potrete provare questa novità in prima persona e sarete liberi di costruirvi la vostra opinione. Eh sì, perché la prima pagnotta con la farina di grillo è arrivata a Torino, grazie al panificatore Enrico Murdocco.
Ok, ma che gusto avrà?
Beh, ce lo può dire lo stesso Murdocco. “Ricorda molto il sentore della nocciola” ha raccontato durante una breve intervista alla Rai. “E dal punto di vista tradizionale è ricco di proteine, quindi è ben bilanciato”. La materia prima – la polvere di grillo, per l’appunto – proviene da una ditta vietnamita e sarà distribuita dalla Italian Cricket Farm, un’azienda con sede a Scalenghe, piccolo comune incastonato nella città metropolitana di Torino, che sta attualmente attendendo l’autorizzazione.
L’ICF può infatti già vantare un regime di allevamento da un milione di grilli al giorno che, al momento, sono del tutto destinati alla produzione di mangimi per animali – anche se la situazione potrebbe cambiare nel futuro prossimo. Stando a quanto lasciato trapelare la vendita al pubblico dovrebbe partire a marzo, lo stesso mese in cui è di fatto atteso il pollice in su dalla Commissione europea per la farina di grillo piemontese.
Come abbiamo accennato in apertura, la questione “insetti a tavola” è particolarmente calda: appena qualche giorno fa abbiamo avuto modo di raccontarvi della bizzarra strategia elettorale di Sergio Tiberti, candidato al Consiglio nelle regionali del Lazio, che ha demonizzato la farina di grillo contrapponendola alla cucina italiana dimostrando di aver mancato clamorosamente il punto della questione.
Capiamo, tuttavia, che in discorsi come questi l’autorità dei dati sia l’ingrediente necessario a calmare una volta per tutte la pancia: ebbene, sappiate allora che i grilli hanno uno straordinario valore proteico del 69%, con proteine complete di alta qualità e contenenti tutti gli amminoacidi essenziali. I grilli sono per di più ricchi di fibre e minerali come il calcio e il ferro (più del doppio di quanto contenuto negli spinaci), di vitamina B12 e di acidi grassi omega 3.