È una faccenda piena di torbidezza e tensione, quella che sta interessando i vertici famigliari del Gruppo San Carlo, ma anche una che necessita di una puntuale contestualizzazione dell’accaduto. Cominciamo dall’inizio, dunque, o se preferite dal vertice, per l’appunto: Alberto Vitaloni è l’ex presidente del colosso delle patatine, ha 88 anni di età e ha sofferto ripetuti ictus cerebrali ischemici che, stando alle parole del neurologo Giuseppe Lauria Pinter, lo hanno portato alla condizione cognitiva di “un bimbo di cinque o sei anni”. A oggi, Vitaloni versa in uno stato di “demenza vascolare” e non viene visitato da un medico – stando a quanto lasciato trapelare – da otto anni a questa parte.
Vien da sé che naturalmente Vitaloni non poteva più portare il testimone di presidente del Gruppo San Carlo, tant’è che a oggi a capo dell’azienda c’è la figlia Susanna. Qui il primo punto critico: Susanna è stata denunciata dal fratello, Francesco, che ha avanzato accuse di “violenza privata, circonvenzione di incapace, sequestro di persona e maltrattamenti nei confronti di un familiare”. Il familiare in questione, l’avrete intuito, è il padre.
Che succede alle patatine San Carlo? I dettagli della faida tra fratelli
Secondo punto critico – secondo quanto ricostruito dal Corriere della Sera Vitaloni, nonostante la condizioni di salute ampiamente raccontate in apertura di articolo, continua a valutare (e firmare) le operazioni societarie, in particolare quelle di importo milionario che finiscono a vantaggio della figlia Susanna. Ad attirare l’ombra dei sospetti ci sono anche alcune operazioni immobiliari, come l’acquisto di due case e due posti auto in via Corridoni pagati quasi cinque milioni di euro; o ancora una villa con tanto di terreni circostanti in quel di Olbia per altri due.
L’ex patron di San Carlo avrebbe “comprato e poi donato la nuda proprietà a Susanna, che nulla ha pagato”. A rendere ancora più torbida la vicenda sono le dichiarazioni di Francesco, fratello di Susanna per l’appunto, che sostiene di ignorare dove si trovi il suo genitore, in quali condizioni versi, chi e come lo assista. Addirittura, spiega ancora il Corriere, pare che gli sia perfino impedito il dialogo dal personale di servizio della magione della sorella, dove potrebbe – notare il condizionale – trovarsi il padre infermo.
Attenzione, però – quella di casa San Carlo non è una semplice (ma complessa, e da un certo punto di vista anche dolorosa) faida familiare. Lo sviluppo delle indagini potrebbe infatti finire per avvinghiare anche l’azione di due magistrati: una è la dottoressa Rossana Guareschi, cui il capo della Procura ha deciso di affiancare il procuratore aggiunto Letizia Mannella “trattandosi di delicato procedimento penale che necessita di solerte trattazione”.
Continua a muoversi, nel frattempo, la macchina della legge. La procura di Brescia sta lavorando all’esposto denuncia dei due avvocati di Francesco Vitaloni – avvocati che sono, per di più, forti dell’apparente volontà dell’ex patron di San Carlo di rivedere il figlio, espressa in una delle udienze al tribunale.
“L’unica risposta plausibile è che ad Alberto Vitaloni gli accertamenti clinici non arrecherebbero nessun danno, mentre ci sarebbero problemi seri solo per Susanna Vitaloni e i suoi famosi professionisti che fingono che stia bene” hanno commentato i legali “facendogli firmare email scritte dai professionisti della figlia, insomma facendogli compiere ogni tipo di atto necessario a Susanna per mezzo di firme e sottoscrizioni varie, vergate flebilmente da mano tremolante e da soggetto totalmente incapace”.