Il padiglione dell’Italia a Expo 2020 deve la sua ispirazione all’economia circolare, e abbraccia a tutto tondo il concetto di riciclo e riutilizzo: torreggia tra le aree tematiche dedicate a Opportunità e Sostenibilità, con tre scafi per barche a grandezza naturale come tetto e facciate di corda nautica ottenute da plastica riciclata, simili a un tendaggio che percorre l’intero perimetro.
Come vi abbiamo accennato, l’idea alla base del design è il concetto di economia circolare: ridurre la quantità dei rifiuti e degli sprechi al limite dell’evento è stato una delle priorità assolute di Carlo Ratti e Italo Rota, architetti e designer del padiglione (che, di fatto, possono vantare la prestigiosa esperienza di aver anche ideato i progetti per l’edizione di Milano 2015). “Una cosa che non mi piace degli eventi temporanei è che un’enorme quantità di rifiuti finisce in discarica dopo poche settimane o mesi”, ha spiegato Ratti. “Per questo abbiamo voluto che il Padiglione Italia si confrontasse con la natura temporanea dell’Expo di Dubai 2020. La maggior parte degli elementi architettonici sono riciclati o riciclabili, riutilizzati o riutilizzabili”.
Il padiglione è stato dunque progettato con l’obiettivo di incorporare elementi organici nella sua struttura, come bucce di arancia e fondi di caffè come materiali da costruzione, e sostituisce l’aria condizionata con un sistema naturale di mitigazione del clima che utilizza l’ombreggiamento, l’appannamento e la ventilazione per rimpiazzare l’alternativa artificiale. All’interno, i visitatori si trovano sospesi a 11 metri dal suolo poco dopo l’ingresso e possono visitare aree tematiche come il Belvedere, dove una cupola ricoperta di erbe selvatiche mediterranee richiama il mito dei giardini rinascimentali, o una replica alta 5 metri del David di Michelangelo. E i visitatori accorrono numerosi, tanto che, secondo le ultime stime, il padiglione italiano può vantare di aver attratto circa un quinto dei presenti totali.