Ovunque, ma non da Eataly.
I formaggi che l’ex insegnante di matematica Chiara Onida produce in una piccola azienda dell’Oltrepo pavese con il latte delle amate caprette si trovano nelle gastronomie più rinomate, come Peck o Il Salumaio a Milano, e anche a Praga o Londra, dove i ristoranti del centro propongono Capra Blu, l’erborinato di sua invenzione, o anche lo spalmabile Caprino Castagno, macerato nella grappa dopo essere stato avvolto in foglie di castagno.
Ma non da Eataly.
Il tempio degli alti cibi, “il sistema Farinetti”, come lo chiama l’ex insegnante, non rientra infatti tra i clienti di Chiara. E siete curiosi di sapere il perché?
“Ho detto di no solo a Eataly –spiega Chiara in un’intervista al Corriere— perché la mia produzione non è molto affine alle logiche di mercato di colossi come quello. La grande distribuzione non mi interessa, io resto umile, nel mio piccolo caseificio, mantenendo alta la qualità”.
Certo, la correlazione inversa tra qualità e prodotti commercializzati da Eataly di sicuro non farà piacere a Oscar Farinetti, che si pregia di proporre, nei suoi store sparsi per il mondo, i prodotti delle migliori realtà artigianali italiane; ma tant’è: la signora della capre ha le idee chiare, e Eataly non rientra tra i suoi progetti.
Del resto, non è per puntare soltanto sul profitto che ha lasciato Milano e il suo mestiere di insegnante di matematica laureata con 110 e lode per stabilirsi in campagna, al Boscasso, località Ruino, dopo aver acquistato due ettari di terreno.
Qui, lontano dai ritmi della città, Chiara ha iniziato la nuova vita, e la nuova attività, con una capra, Betty:
“Per tenere puliti i due ettari di terreno prendo una capra, Betty. Era giovane e gravida. Dopo qualche mese, nel 1989, mi ritrovo con sei capre e il pancione. È stato proprio mentre aspettavo il mio primogenito che ho iniziato a sperimentare con i formaggi. Poi ho fatto altri quattro figli”.
Oggi le capre sono 74 (70 lattifere, 4 maschi più 60 capretti), dal loro latte nascono formaggi per i quali gli appassionati sono disposti ad affrontare anche dieci ore di macchina.
“Per nessuna ragione tornerei ad insegnare –ribadisce Chiara– le mie capre mi ripagano di ogni sforzo”.
E lei, per riconoscenza, vende il loro formaggio solo a clienti selezionati. E no, tra questi, Eataly non c’è.
[Crediti | Link: Corriere Milano]