Nel caso in cui non abbiate mai sentito parlare prima di acrilamide, sappiate che si tratta di una sostanza cancerogena che si forma durante i processi di frittura o abbrustolimento. Non sorprende, dunque, che dai capoccia dell’Europa stiano provenendo numerose direttive per monitorarla con più attenzione, anche riportandone in etichettatura la presenza.
Una linea volta alla salvaguardia dei consumatori che sta prendendo piede anche in Italia, stando alle parole del sottosegretario alla Salute Andrea Costa. Nel corso di un’apparizione a Mi Manda Rai 3, infatti, Costa ha risposto positivamente a una domanda che riguardava proprio la possibile etichettatura degli alimenti contenenti acrilamide. “Siamo ancora in una fase di approfondimento, ma credo che possa essere tranquillamente un obiettivo che ci possiamo dare”, ha commentato. “Nel nostro Paese il problema deve essere affrontato almeno sotto 3 livelli diversi, quello industriale, poi c’è il tema legato all’attività domestica e alla ristorazione. Un tema molto complesso anche perché non è facile individuare delle soglie minime, ogni alimento reagisce in maniera diversa e quindi ha soglie diverse”.
Occorre sottolineare che questa sostanza è inoltre molto più pericolosa per i bambini, in quanto minore è il peso del consumatore e maggiore è l’effetto nocivo. Chiaro, c’è chi, come Luca Ragagnini di Unione Italiana Food, sostiene che la situazione sia “totalmente sotto controllo”, in quanto per raggiungere livelli nocivi bisognerebbe consumare “150 biscotti al giorno, oppure 250 cornetti” (e a quel punto forse l’acrilamide è l’ultimo dei problemi, diciamocelo); ma probabilmente rimane meglio prevenire che curare.