Se scriviamo “stella di David” voi sapete a cosa pensare, giusto? E se trovate la stella a sei punte simbolo della civiltà ebraica sull’avocado che comprate ogni sabato per la guacamole? Ricredetevi se vi sembra impossibile: per la prima volta in settant’anni l’Europa ha deciso di contrassegnare (marchiare secondo gli israeliani) i prodotti dei Territori occupati da Israele.
La Commissione Europea ha adottato delle apposite linee guida, che dovrebbero essere applicate dal primo di gennaio, per permettere ai consumatori europei di sapere se i beni acquistati sono prodotti in una colonia ebraica, e sta informando i vari stati membri di come applicare la «stella gialla» su diverse merci tipo frutta, verdura, carne e prodotti tecnologici.
È prevista anche l’indicazione di provenienza da “insediamenti” che segnalerà i prodotti provenienti dai territori oltre la Linea verde.
Come prevedibile, la decisione della UE non è stata ben accolta dal premier israeliano Netanyahu, secondo cui:
«L’Unione europea deve vergognarsi. È una decisione ipocrita e che rivela un doppio atteggiamento: si applica solo ad Israele e non ad 200 conflitti nel mondo».
Ma la Commissione Europea respinge gli addebiti precisando per voce del commissario per l’Euro, Valdis Dombrovskis che la decisione, sollecitata da 16 Paesi tra cui l’Italia, non è politica ma tecnica. Sono le regole esistenti che prevedono l’obbligo di indicazione d’origine per il cibo.
Il vero timore di Israele è che, se etichettati diversamente, i prodotti degli insediamenti vengano presi di mira da campagne di boicottaggio, specialmente in un momento in cui Israele sta affrontando la Terza Intifada dei coltelli.
Nel frattempo, a “Boicottare il Boicottaggio” ci pensa Il Foglio, con una petizione-campagna di acquisto di prodotti israeliani.
Sul sito sono presenti l’indirizzo mail per firmare la petizione (insieme a un elenco di prodotti reperibili in Italia) che conta un numero sempre crescente di firme.
[Il Sole24Ore, Il Foglio]