Giornata decisamente calda in casa Esselunga – e no, non ci riferiamo affatto al meteo. Il Nucleo di polizia economica finanziaria della Guardia di Finanza di Milano, in un’inchiesta del pm Paolo Storati che fondamentalmente accusa il colosso i “somministrazione illecita di manodopera”, ha di fatto eseguito un sequestro preventivo d’urgenza per un valore di 47,7 milioni di euro. “Complessa frode fiscale” col meccanismo dei “serbatoi di manodopera”, spiega dunque l’accusa; con la cosiddetta pietra dello scandalo che, come accennato, consisterebbe nel torbido utilizzo da parte del colosso della grande distribuzione di lavoratori delle cooperative schermo per ridurre i costi.
Esselunga e l’accusa per frode fiscale: tutti i dettagli dell’indagine
È bene notare che l’indagine ha di fatto coinvolto l’ex direttore finanziario di Esselunga, Stefano Ciolli, e Albino Rocca, che ricopre attualmente tale posizione, oltre naturalmente al colosso stesso per la responsabilità amministrativa degli enti; e pone al suo centro il “fenomeno della somministrazione illecita di manodopera” già accertato dallo stesso Storari in altri grandi gruppi operanti nella logistica o nella distribuzione.
Nei testi dell’accusa inerenti al caso Esselunga è stata accertata una presunta “frode fiscale caratterizzata dall’utilizzo, da parte della beneficiaria finale del meccanismo illecito” (ossia, tanto per intenderci, la società stessa): i pm parlano di “fatture per operazioni giuridicamente inesistenti” e di “stipula di fittizi contratti di appalto per la somministrazione di manodopera, in violazione della normativa di settore, che ha portato all’emissione e al conseguente utilizzo di fatture inesistenti per un ammontare complessivo di oltre 221 milioni di euro, più Iva, superiore a 47 milioni di euro”.
L’attività di ricostruzione della filiera della manodopera avrebbe, in altre parole, fatto emergere rapporti di lavoro con la stessa Esselunga “schermati da società filtro che a loro volta si sono avvalse di diverse società cooperative (società “serbatoio”), mentre in altri sono stati intrattenuti direttamente con quest’ultime che hanno sistematicamente omesso il versamento dell’Iva e, nella maggior parte dei casi, degli oneri di natura previdenziale e assistenziale”.
Stando a quanto lasciato trapelare tale schema illecito sarebbe stato portato avanti da Esselunga “nel periodo 2016-2022” e avrebbe naturalmente comportato, come si può leggere nello stesso decreto di sequestro, al “sistematico sfruttamento dei lavoratori” e a ” ingentissimi danni all’erario“.
Nelle giornate a venire il gip di Milano, Domenico Santoro, sarà chiamato a esprimersi circa la convalida del decreto: nel frattempo, Esselunga ha prodotto un comunicato stampa in cui informa della sua volontà di “offrire la più ampia collaborazione alle autorità giudiziarie e pieno supporto per lo svolgimento delle attività” di indagine. “Attendiamo con fiducia le verifiche e gli approfondimenti, nella consapevolezza di aver operato sempre nel rispetto della legalità.”