Ostaggio mediatico, ripicca social, o ancora semplice e banale egocentrismo – a voi l’onore e l’onere della lettura antropologica, per così dire. Quel che è certo è che, nella vicenda dell’influencer che ha fondamentalmente preteso un pasto gratuito da Errico Porzio, c’è un qualcosa di interessante al di là del semplice velo del compiacimento (che non prendiamoci in giro: quando chi si ritiene evidentemente al di sopra degli altri viene riportato al proprio posto un briciolo di compiacimento e soddisfazione è impossibile non provarlo).
Ma andiamo con ordine: una infuencer avrebbe mangiato una pizza da Errico Porzio, presso il suo locale sul lungomare di Napoli. Un pasto finito con una nota tanto inaspettata quanto amara – quella del conto, prassi puntuale e legittima per chi non vanta platee di seguaci appiccicati alla vetrina dei social. La nostra protagonista, tuttavia, non l’ha presa bene; al punto da arrivare a cancellare ogni storia pubblicata su Instagram mentre si trovava al locale in questione.
Errico Porzio e la vicenda dell’influencer
Ripicca social, dicevamo – tu non mi offri il pasto e dunque non ti meriti l’attenzione dei miei seguaci o uno spazio presso la mia sfavillante vetrina. Spazio che, evidentemente, va pagato. Tutta una questione di do ut des, in altre parole: a fugare ogni dubbio è la stessa influencer, che fresca dell’esperienza da Errico Porzio decide di spiegare la propria versione con un integerrimo messaggio alla stessa pizzeria.
“Ciao ragazzi, grazie ancora per la pizza personalizzata, per le foto e per ago e cotone soprattutto” ha scritto la nostra protagonista. ” Mi sono trovata costretta ad eliminare video e foto dalle mie storie perché, come immaginerete sicuramente per me è lavoro. Non sponsorizzo gratuitamente aziende, al massimo mi occupo di scambio merce/servizio. Dunque recensisco positivamente l’azienda o il prodotto da sponsorizzare in cambio del servizio o del prodotto stesso offerto gratuitamente. Apprezzo la vostra cordiale accoglienza, però insomma, capirete che il lavoro è lavoro!”.
La parte più maliziosa di noi vorrebbe azzardarsi a chiedere se effettivamente il mangiare a scrocco possa essere considerato lavoro, ma ci pare più interessante chiederci la legittimità delle opinioni o delle recensioni dell’influencer in questione se, per ottenerle, è prima necessario offrire da mangiare o da bere o chissà che altro. È bene notare, per di più, che in questo caso specifico lo stesso Errico Porzio ha spiegato che non si è trattato di una collaborazione o di un qualcosa organizzato in precedenza: l’influencer ha deciso, in altre parole, di consumare un pasto alla pizzeria probabilmente pensando che le sarebbe stato offerto a prescindere.
Poi vero, il lavoro è lavoro (e qui si potrebbe intavolare un secondo discorso sull’etica di piattaforme come i social che, per funzionare, richiedono ai propri utenti una costante e ossessiva manovalanza non retribuita, ma lasciamo perdere): ma lo è anche e soprattutto quello degli altri, che perde inevitabilmente di valore quando viene “scambiato” con (o per) un favore.
In ogni caso, l’intera vicenda ha naturalmente attirato l’attenzione di Errico Porzio. “Premettendo che io non ero presente, che non l’ho invitata e non sapevo neanche chi fosse” ha scritto su Facebook ” ma mi sembra di aver capito che questa pseudo influencer sia stata a mangiare nella nostra pizzeria sul lungomare. Contenta e soddisfatta del servizio e della pizza ha fatto delle storie su Instagram ma poi dopo averle presentato il conto le ha cancellate.
Ditemi che è uno scherzo”. Il nome della protagonista? Ci spiace – il lavoro è lavoro, e il posto nella nostra vetrina costa caro.