Neanche fosse la guerra dei cent’anni, non accenna a placarsi la bega sul temperaggio del cioccolato esplosa tra Iginio Massari ed Ernst Knam.
“Nessun dissapore”, ha detto quest’ultimo in una nota stampa, forse facendo riferimento al nostro articolo che per primo ha fatto notare il botta e risposta tra i due (anzi, tra i tre, se si conta anche Debora Massari).
Grazie, Knam, per aver buttato lì un “dissapore” tra le righe, anziché prenderci a calci nel sedere in un video: apprezziamo.
Chi apprezza un po’ meno è la famiglia Massari, a cui proprio non va giù la questione, come dimostra un’intervista sul tema rilasciata a Cook: “Spiace che sia stata artatamente creata un’occasione per tentare di screditare la figura di mio padre”, dice Debora Massari, che oltre alla scienza del temperaggio del cioccolato può insegnare qualcosa pure a noi, che non avremmo saputo utilizzare in maniera corretta l’avverbio “artatamente” in una frase.
Mica l’ha presa sul ridere, la famiglia Massari, che al Corriere parla di “una storia personale di oltre 60 anni di lavoro” “vilmente lesa per un alito di clamore”.
Knam, dal canto suo, oltre a negare ogni “dissapore” (e in effetti sembra che sia tutto serenissimo tra i due, come no) sostiene che non ci sia stato “alcun tentativo di screditare”, ma solo la volontà di “esprimere la propria opinione”. Ma, giusto per confermare che i dissapori non ci sono, queste dichiarazioni le fa tramite il suo ufficio legale: una proposta di pace scritta su una bandiera bianca, insomma.
Come se non bastasse, nel frattempo, nella bega sul temperaggio entra pure Luigi Biasetto, che prova a fare l’ago della bilancia. E lo fa dando ragione a Iginio Massari, perché il cioccolato a 22 gradi diventa duro, quindi va temperato a 27 gradi. “Ernst quando ha fatto il suo video deve essere stato stanco”, ha detto in un’altra intervista a Cook.