In redazione, all’apprendere che la Festa della Cozza Selvaggia di Marina di Ravenna comprende una visita alle piattaforme Eni, c’è stato un alzamento sincrono di sopracciglia. Sarà una questione di partnership, ha azzardato qualcuno, e a dirla tutta non ci si sbagliava nemmeno troppo: l’idea è quella di mostrare come le cozze in questione abbiano trovato un habitat accogliente sui piloni delle piattaforme.
Il discorso ci ricorda un po’ l’abbattere un albero per poi costruirci una casetta per gli uccelli, ma dobbiamo ammettere che comunicare la questione per veicolare un rapporto di virtuosa simbiosi tra cozze e piattaforme è una mossa da applausi. Altro che errori di comunicazione più o meno ruffiani: Eni ci invita a una Festa e nel frattempo ci porta a una lezione di riposizionamento .
Come funziona la Fiera di Marina di Ravenna, e che c’entra Eni?
La Cozza Selvaggia è una cozza che non viene coltivata ma cresce in maniera spontanea in un determinato habitat. Sono decenni che al largo di Marina di Ravenna, in mare aperto, si ergono alcune piattaforme di casa Eni. Le cozze crescono (anche) sui piloni. Basta fare due più due, insomma.
Scrive l’Adnkronos: “Quello che fino a pochi anni fa era un lavoro di manutenzione dei piloni, poiché Eni aveva comunque la necessità di raccogliere queste cozze per evitare la resistenza al moto ondoso, grazie ad una sinergia con i pescatori è diventata una attività economica“. Ma a ‘sto punto costruiamole un po’ dappertutto, diciamo noi!
Che poi, a dirla tutta, già ci stiamo pensando: per limitare la pesca a strascico, attività notoriamente dannosa per l’ecosistema marino, stiamo riempiendo i fondali di blocchi di cemento. Nulla da temere, però: basterà portare pazienza ancora qualche anno, magari un decennio o un paio, e poi et voilà, si organizza la fiera del paguro amante del calcestruzzo.
E badate bene – mica tutte le strutture sono buone, eh. Bene le piattaforme di Eni, come abbiamo visto, male le pale eoliche in mare: il nostro ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha preso a improvvisarsi Don Chisciotte dando battaglia a questi obelischi che – come si permettono! – producono energia rinnovabile. Il motivo? Ostacolano la pesca a strascico.