Quali sono le qualità del pomodoro del futuro? Può volare, riprodursi in autonomia? Mangiarsi da solo? Niente di tutto questo, in realtà: secondo il progetto Va.Po.Re, un piano dalla durata biennale attivo in Emilia Romagna, si tratta di un prodotto che combini un’alta qualità e la resistenza alle malattie, che possa essere coltivato in maniera sostenibile (e dunque con un uso contenuto di fitofarmaci e pesticidi) e garantisca comunque ottime rese produttive.
Il progetto riunisce Tera Seeds, realtà sementiera di Gambettola, nel Cesenate, specializzata nella ricerca, miglioramento genetico e riproduzione delle sementi; Ri.Nova, ente di ricerca nelle produzioni vegetali di Cesena; Conserve Italia, titolare – tra gli altri – dei marchi Cirio e Valfrutta; e coinvolge anche Irecoop Emilia Romagna, numerose aziende agricole del territorio regionale e il Crea, che si occuperà di analizzare i sintomi su foglie e frutti in campo in modo da identificare i ceppi fungini maligni e le varietà efficaci nel contrastarli.
“I primi risultati sono molto incoraggianti” hanno commentato Enrico Belfanti, referente per Tera Seeds, e Stefania Delvecchio, responsabile del progetto per Ri.Nova. “Siamo partiti mettendo a dimora 20 diversi genotipi di pomodoro da industria selezionati fra centinaia di materiali, frutto della ricerca avviata già da anni e, alla fine del primo anno di progetto abbiamo ristretto la rosa a 4 varietà promettenti. Su queste varietà svolgeremo, nei prossimi mesi, prove ancora più approfondite dal punto di vista agronomico”.