Vincere è la cosa più facile che ci sia. Tutti cantano il tuo nome, applaudono, tendono le mani a stringere le tue, ti rifilano pacche sulle spalle con più o meno calore. Ma che fare quando alle paillettes si sostituisce il silenzio? Edoardo Franco, vincitore di MasterChef 12, ha la risposta.
L’ormai ex barman si è raccontato in una lunga intervista a Fanpage. Tra i punti più interessanti c’è anche il grande silenzio che segue l’alloro, la scia di fuoco delle meteore create dai talent che dura un battito di ciglia. Già sentito, a dire il vero: Eleonora Riso, prima della MasterClass successiva a quella di Edoardo, ha raccontato di sentimenti e situazioni affini.
Cosa succede dopo MasterChef?
Lo spumante è finito. Gli applausi tacciono da un pezzo. Delle pacche di Cannavacciuolo non rimane che una vaga sensazione di pelle calda. Ma Edoardo, badate bene, non si è fatto illudere dalle luci dei riflettori: “Nessuno dovrebbe avere la presunzione di ricevere una chiamata solo perché ha fatto Masterchef”, spiega. E a buona ragione: stiamo pur sempre parlando di cuochi non professionisti. O no?
“Se vuoi fare il cuoco, a mio parere, vai a fare un corso di formazione o fai gavetta in un ristorante”, continua. Ecco, per l’appunto: la sua stella polare è di “lavorare nell’ambito degli eventi o in quello dei social”; mentre nei ristoranti ci finiscono “quelli a cui non frega niente”. Il non detto è esplicito come non mai: usciti dalla MasterClass non è (sempre) sufficiente seguire la strada più comoda. Tocca (re)inventarsi.
Edoardo non ha fatto alcuna esperienza presso una cucina professionale, dopo avere vinto MasterChef. “Non era quello che volevo. Ho iniziato a lavorare come food content creator, ma attualmente sono a un punto morto della mia carriera, la mia onda mediatica è in fase calante“. Nel mezzo, lo ricordiamo, c’è anche stata la parentesi all’Isola dei Famosi. E ora?
Ora l’idea è di riorganizzare il mazzo e trovare una nuova idea. L’abbiamo scritto solo qualche riga fa: tocca (re)inventarsi. “A marzo andrò a fare un corso all’Alma, l’Accademia di Gualtiero Marchesi” spiega il nostro. “Saranno cinque mesi di scuola e cinque mesi di stage, quella sarà la mia prima vera esperienza in un ristorante”. Perché, caso mai non fosse ancora chiaro, “le persone credono che i concorrenti, appena usciti [da MasterChef], siano degli chef. Ma da quel programma non escono cuochi”.