Undici milioni di euro di perdita netta.
Il 2016 si è chiuso senza grandi soddisfazioni per Oscar Farinetti, stando al Sole24Ore che ha potuto visionare il bilancio. Anzi, i titoli di alcuni quotidiani lo descrivono “sulla graticola” (qualunque cosa significhi).
Le attività italiane di Eataly, che siamo abituati a considerare la crème de la crème della distribuzione eno-gastronomica, hanno registrato un calo del fatturato di 32 milioni di euro (da 211,7 a 178,8 milioni), che ha provocato una perdita d’esercizio di 11 milioni (713mila euro l’utile dell’anno precedente).
Le attività estere, che valgono all’incirca altri 200 milioni di fatturato, evidentemente non sono state sufficienti a colmare il buco che si è aperto in Italia.
Eataly imputa il risultato negativo, “in controtendenza rispetto alla performance degli anni precedenti”, alla “riduzione del fatturato conseguente all’evento di Expo 2015″, come scritto nella relazione al bilancio 2016.
Durante la manifestazione del 2015, infatti, sono stati realizzati 20 ristoranti regionali a rotazione che hanno portato in alto il fatturato.
Terminato Expo, nel 2016 c’è stato invece l’aumento del 5% del costo del lavoro e del 4% del costo dei servizi. Un salto che, in presenza di un incremento contenuto dei prezzi, ha causato una contrazione sensibile dei margini.
Infine la crescita del fatturato. Per il 2016 Farinetti contava di arrivare a 420 milioni di euro. In realtà fra l’Italia e l’estero non andrà oltre 380 milioni.
Una dinamica economica tanto oscillante allontana la quotazione in borsa di Eataly, inizialmente prevista per il 2015, rimandata di volta in volta, e che ora non rappresenta più una priorità.
E’ possibile che Farinetti abbia usato il tema della quotazione come strumento di marketing per attrarre nuovi investitori. Obiettivo peraltro raggiunto considerato l’investimento del fondo Tamburi che nel 2013 ha valutato tutta l’azienda 500 milioni, mentre l’anno scorso le Coop erano già arrivate a un miliardo.
Nel frattempo si è fatta più agguerrita la concorrenza, vedi il caso Autogrill, che di recente ha inaugurato Mercato Duomo, senza contare, ovviamente, il canale online. Tutte situazioni che hanno portato persino Joe Bastianich, che sembrava interessato a prendere una quota della filiale americana (o in alternativa della capogruppo italiana) a defilarsi.
Per riportare il bilancio in attivo e rispettare le previsioni dell’amministratore delegato Andrea Guerra per il 2017, che indicano l’obiettivo di 500 milioni, Eataly punta forte sulla crescita dei punti vendita: almeno tre aperture l’anno (con punte di cinque) da aggiungere ai 38 negozi esistenti.
[Crediti | Libero. Link: Il Il Sole 24ore]