Scrive Andrea Montanari su Milano Finanza che il consiglio d’amministrazione di Eataly, riunito nei giorni scorsi, ha deciso di quotare in Borsa la società fondata da Oscar Farinetti tra gennaio e febbraio 2019, con una valutazione intorno ai 2 miliardi di euro.
Proprio Farinetti, che è anche il principale azionista, avrebbe deciso il periodo e dato mandato alla banca d’affari di Gianni Tamburi, azionista al 20%, di avviare la macchina organizzativa per la quotazione, che porterà a Piazza Affari il 33% del capitale.
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Eataly ha chiuso il 2017 con un giro d’affari di 500 milioni e un mol (margine operativo lordo, l’indicatore che rappresenta lo stato di salute di un’azienda) vicino ai 30 milioni; il mercato sembra orientato ad assegnargli un valore di poco superiore ai due miliardi di euro.
Una soglia molto elevata –fa notare il quotidiano economico milanese– visto che rappresenta 4 volte il fatturato.
La notizia della quotazione porta con sé alcuni sviluppi necessari, come la trattativa con Joe Bastianich, Mario Batali e i fratelli Saper, soci di minoranza della controllata Eataly Usa, la chiusura del negozio di Copenhagen inaugurato nel novembre 2016, e i progetti di espansione in nuove città come Parigi, Los Angeles e Boston.
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La scelta dell’approdo in Borsa da parte di Farinetti è anche una risposta agli operatori internazionali che corteggiano da tempo Eataly per acquistarla, Amazon primo tra tutti.
[Crediti | Milano Finanza]