È morto Zong Qinghou, l’imprenditore cinese che osò sfidare Danone

Dal vendere ghiaccioli per un centesimo l'uno a essere incoronato come uomo più ricco della Cina: Zong Qinghou si è spento a 79 anni.

È morto Zong Qinghou, l’imprenditore cinese che osò sfidare Danone

Self-made man, o il proverbiale “uomo che si è fatto da solo”: una definizione che inevitabilmente tende a essere un po’ abusata, ma che ben si applica alla storia di Zong Qinghou, re delle bibite e (più volte) imprenditore più ricco di tutta la Cina. Nato in una famiglia poverissima, Qinghou ben incarna lo spirito imprenditoriale innescato anche e soprattutto dalle riforme di Deng Xiaping negli anni ’70, capace di trarre da un semplice triciclo con cui vendeva ghiaccioli ai bambini a un vero e proprio impero di bibite analcoliche.

Qinghou si è spento nella giornata di domenica 25 febbraio all’età di 79 anni dopo che “il trattamento per la sua malattia si è rivelato inefficace”. L’annuncio è stato comunicato dalla sua stessa azienda, la Wahaha, in una dichiarazione asciutta ma puntuale, in linea con lo spirito schivo dell’imprenditore.

Zong Qinghou: dalla povertà assoluta alla battaglia con Danone

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Venuto al mondo nel 1945 in una Cina sconvolta dalla guerra, Zong Qinghou ha – come già accennato – passato un’infanzia caratterizzata anche e soprattutto dalla povertà e dalla fame: stando alle sue stesse dichiarazioni, suo padre era disoccupato e sua madre manteneva l’intera famiglia, composta da altri quattro fratelli, con uno stipendio mensile di 40 yuan. “A causa di tale difficoltà” aveva spiegato “da bambino avevo molti sogni e speravo di fare un sacco di soldi per ripagare i miei genitori”.

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Attraversato il primo decennio dell’età adulta impegnandosi in una serie di lavori saltuari, la sua avventura imprenditoriale cominciò a innestarsi nel 1978, quanto Zong tornò nella sua città natale e trascorse altri dieci anni lavorando come venditore. L’opportunità di fondare una propria azienda arrivò qualche anno più tardi, nel 1987: Qinghou, ormai 42enne, prese in prestito 140 mila yuan (allora equivalenti a circa 35 mila euro) per avviare la propria attività di vendita al dettaglio. Nacque così la Wahaha, forte di un capitale umano formato da appena due insegnanti in pensione e con un’offerta che comprendeva ghiaccioli venduti per un centesimo l’uno.

La fortuna arrivò con un’intuizione: lavorando porta a porta, Qinghou apprese che molti bambini soffrivano di vari gradi di malnutrizione. Intravedendoci una potenziale opportunità, Zong collaborò con un professore di nutrizione per inventare una bevanda vitaminica che si rivelò un enorme successo, raccogliendo quasi 100 milioni di yuan di vendite annuali nel terzo anno dal suo lancio.

Fast forward di qualche anno: siamo nel 1996, e la Wahaha aveva ampliato la sua offerta a comprendere acqua in bottiglia, bevande gassate e anche e soprattutto latticini e derivati. Nel tentativo di ottenere i prestiti necessari a finanziare un tale ampliamento di produzione, Zong Qinghou diede il via a una collaborazione con Danone, che acquisì una partecipazione del 51% nella joint venture.

Nel 2007 la collaborazione prese una piega amara, con Danone che accusò Wahaha di produrre e vendere bevande al di fuori della loro joint venture e tagliando, di conseguenza, la società francese dai guadagni. Da parte sua, Qinghou accusò invece i suoi partner di volere rilevare Wahaha a basso prezzo, minando la sua immagine e reputazione.

Il contenzioso si risolse nel 2009, con Danone che vendette la sua partecipazione per circa 500 milioni di dollari e cedette tutto il controllo a Wahaha: Zong Qinghou, che negli anni a venire sarebbe stato incoronato per due volte l’uomo più ricco della Cina, divenne acclamato come eroe nazionale.