Si sono svolti ieri in forma privata i funerali di Livio Felluga, morto a 102 anni e considerato il patriarca del vino friulano.
La sua attività inizia negli anni Trenta del Novecento con un’azienda famigliare di 23 ettari a Rosazzo, tra il Collio e i Colli Orientali.
Dagli anni Cinquanta in poi l’azienda cresce arrivando a produrre in 155 ettari di vigneto circa 800mila bottiglie all’anno, vendute a apprezzate in tutto il mondo.
Livio Felluga nasce a Isola d’Istria il primo settembre 1914, laurea honoris causa in Viticoltura a Udine, insegue i suoi sogni trascinando familiari e collaboratori, ma sempre con modestia (celebre il suo motto personale: «Ma cosa go fato de grande?», cosa ho fatto di grande?).
Quando ancora non c’erano le Doc s’inventa come etichetta una carta geografica, per rendere esplicito da dove arrivano le sue bottiglie. Così facendo anticipa e non di poco l’idea di terroir.
A 95 anni guida ancora il fuoristrada per i campi controllando di persona le vigne.
Oggi i suoi vini, i vini friulani di Felluga, si esportano in 63 Paesi del mondo.
[Crediti | Link: Messaggero Veneto]