Dry January, boom di vendite della birra analcolica nel mese detox

il Dry january sfida a stare per tutto gennaio senza bere alcolici, e nel Regno Unito è boom di vendite di birra analcolica.

Dry January, boom di vendite della birra analcolica nel mese detox

A gennaio i sensi di colpa sono più forti del solito, è inevitabile: si è appena usciti dalle abbuffate che seguono Natale e Capodanno e i propositi per il 2022 sono ancora belli freschi e ottimisti. Non è un caso, infatti, che alcune iniziative come il Veganuary si svolgano proprio durante questo mese; e tra di queste c’è anche il Dry January, che invita a passare l’intero gennaio senza mai bere alcolici.

birra fresca babbo natale

Secondo i dati redatti dall’organizzazione benedica britannica Alcohol Change, infatti, nel Regno Unito quasi 8 milioni di adulti hanno intenzione di partecipare, vuoi per riprendersi dagli eccessi delle ultime settimane o semplicemente per cominciare l’anno col piede giusto. Una ricerca della British Beer & Pub Association (BBPA), invece, ha stimato che nel corso del mese dovrebbero essere vendute 7,8 milioni di birra analcolica (o comunque a bassissima gradazione), la maggior parte delle quali sarà acquistata in supermercati e non nei pub, in modo da scacciare la tentazione di cedere a una pinta più decisa. Tutto molto bello e salutare, in teoria, ma l’industria dei pub non è affatto soddisfatta.

Dopo un periodo festivo sottotono dovuto alle paure per il Covid, infatti, i locali inglesi si trovano ad affrontare un nuovo potenziale periodo di magra dovuto, per l’appunto, al Dry January. E la BBPA chiaramente prende le parti dei pub, spronando i bevitori a supportare i locali scegliendo i prodotti analcolici nel loro listino. “Se più delle 7,8 milioni di pinte di birra analcolica che prevediamo di essere consumate a gennaio vengono vendute nei pub, sarà un grande impulso per il nostro settore” ha affermato Emma McClarkin, amministratore delegato della BBPA.