Tamarri di tutto il mondo, non temete – la bistecca d’oro non va da nessuna parte. Viene da immaginare che dietro la decisione di Salt Bae (o chi per lui: non ci è dato sapere se le direttive per i suoi numerosi ristoranti provengano direttamente dalla sua persona, ma immaginiamo che la sua volontà abbia un peso specifico non indifferente ai fini della loro introduzione) di abbassare i prezzi lanciare un menu “low cost” presso la sua sede di Londra non sia dettata esclusivamente da una spiccata – e francamente improvvisa – sensibilità nei confronti di chi si è trovato a subire i colpi più duri del caro vita: piuttosto, ci pare un tentativo di rispondere alle critiche.
Salt Bae abbassa i prezzi: ecco il menu “low cost”
Vogliamo dire, nulla contro di Salt Bae e non ci permettiamo certo di giudicare la sua munificenza, ma pare chiaro che una scelta del genere vada a cozzare brutalmente con l’immagine che con immensa cura vuole trasmettere di sé e dei suoi locali. In altre parole – un ristorante che serve bistecche ricoperte in lamina d’oro non ci pare eccessivamente sensibile alle difficoltà di chi si trova a stringere la cinghia, ecco.
È più plausibile, piuttosto, che la scelta di abbassare i prezzi e introdurre il sopracitato menu “low cost” sia una mossa di natura commerciale: nel corso degli ultimi mesi i prezzi comicamente alti dei suoi ristoranti (la sopracitata bistecca dorata è in vendita al prezzo di quasi 1700 euro, tanto per intenderci) hanno attirato parecchie critiche, con il pubblico che pare essersi stancato delle eccessive stravaganze del celebre macellaio.
Le nostre, sia chiaro, non sono vuote speculazioni: l’hamburgeria di Salt Bae nella Grande Mela è stata definita come “il peggior ristorante” della città da alcuni critici, e ha di recente chiuso i battenti. Il ristorante di Londra, invece, si trova sepolto da una pioggia di recensioni negative che parlano di “cibo terribile”, “servizio pessimo”, “porzioni piccole” e via dicendo.
Da qui l’idea, che ci pare legittima, che un menu “low cost” possa risollevare le sorti del ristorante e magari “avvicinare” la sua offerta a una fetta più ampia della popolazione. Il nuovo menu fisso disponibile per l’ora di pranzo è stato prezzato a 39 sterline, e stando a quanto lasciato trapelare è anche stato introdotto un hamburger a 45 sterline, quattro pezzi di sushi a 23 e un taco burger a 25. Definirlo “economico” sarebbe forse esagerato, ma perlomeno è lontano dagli scontrini da diverse decine di migliaia di sterline che tendenzialmente accompagnano le proteste e le recensioni negative.