Alla fine l’Unione Europea ha dato la sua approvazione alla riforma delle nuove norme relative alla tutela delle indicazioni geografiche tipiche Dop e Igp. Quello che adesso deputati e agricoltori vogliono è che siano garantite una maggior protezione nei confronti delle contraffazioni e una velocizzazione delle registrazione dei marchi tipiche. Ma occhio: la versione della riforma è stata approvata dal Parlamento europeo, ma adesso partiranno le trattative con i singoli Stati.
Dop e Igp: cosa potrebbe cambiare in UE?
Secondo quanto stabilito dall’UE, le Igp dovrebbero essere maggiormente tutelate online. Per fare questo bisognerebbe automaticamente chiusi quei domini che abusano dei marchi registrati. O quanto meno tali domini dovrebbero essere assegnati ai produttori che usano correttamente l’Igp. Tuttavia, per concretizzare ciò, l’Euipo, l’Ufficio europeo per la proprietà intellettuale, dovrebbe prima sviluppare un sistema di allarme per contrastare la contraffazione online delle indicazioni geografiche.
Dunque ce n’è di strada ancora da fare, anche considerando che il Parlamento devo ora negoziare con il Consiglio UE il testo finale. Un’altra richiesta è relativa alla protezione delle Igp anche in caso di alimenti processati.
Secondo quanto richiesto, gli alimenti processati che contengono un ingrediente tutelato non dovrebbero essere chiamati con il nome dell’Igp. Questo a meno che i produttori non abbiano dato il loro consenso nei specifici casi.
Un’altra cosa che i deputati europei hanno chiesto è quella di velocizzare la procedura di registrazione delle Dop e delle Igp, con un massimo di cinque mesi per ottenere la concessione. Inoltre è stato anche chiesto che siano le autorità nazionali a gestire la maggior parte delle richieste di modifica, senza bisogno di interventi da parte dell’esecutivo comunitario.
Infine è stato anche chiesto che i gruppi di produttori riconosciuti abbiano maggiori diritti e risorse. Per esempio, spetterebbe a loro stabilire le condizioni minime per l’uso della denominazione Igp e sempre a loro spetterebbe il controllo dell’uso corretto di tali denominazioni.
Paolo De Castro, relatore italiano e deputato del Partito Democratico, ha così spiegato: “Il testo di oggi rappresenta una rara buona notizia per i nostri agricoltori poiché va a sostenere un sistema agroalimentare più competitivo, sostenibile e integrato, a beneficio delle nostre aree rurali. La posizione del Parlamento vuole essere un’evoluzione del sistema delle Indicazioni Geografiche, che ha un valore di circa 80 miliardi di euro per l’Ue ed è riconosciuto a livello mondiale, come garanzia dell’eccellenza del settore agroalimentare europeo”.
Adesso bisogna però attendere i negoziati che inizieranno il 6 giugno. E pare che non saranno facili. Il Parlamento e il Consiglio UE, infatti, non sono propriamente concordi quando si parla della trasparenza delle materie prime sui prodotti Igp, sul fatto che sulle etichette debba essere riportato anche il nome del produttore e sulla questione dell’uso delle Igp negli alimenti processati.