La corsa per la Casa Bianca passa anche e soprattutto sotto gli archi dorati. Kamala Harris ci ha lavorato da giovane: un lavoretto estivo come tanti che oggi può essere ricalibrato come risorsa strategica, avvicinando la candidata a una parte considerevole dell’elettorato. Donald Trump, invece, è nato con il proverbiale cucchiaio d’argento: niente McDonald’s nel Curriculm Vitae. Almeno fino a oggi, ecco.
Nel programma dei prossimi giorni spicca una tappa presso un punto vendita di McDonald’s in Pennsylvania. “Friggerò patatine fritte per mezz’ora“, ha promesso il nostro protagonista mentre presentava in anteprima i piani per il futuro prossimo. “Voglio vedere com’è.” Tutto è spettacolo, d’altro canto, e dunque tutto è utile.
La strategia del McDonald’s
Insomma, se è vero che il cibo si è profilato come uno dei protagonisti assoluti in questa corsa presidenziale, con Harris che l’aveva brandito fin dal principio come strumento strategico e comunicativo e Trump che aveva invece accusato gli immigrati di mangiarsi cani e gatti dei cittadini a stelle e strisce, pare ironico (o azzeccato, considerando il contesto) che le battute finali si decideranno proprio all’ombra degli archi dorati.
Harris ci ha lavorato da ragazza, come visto in apertura di articolo, così come un americano su otto. Trump no: il contrasto è evidente e anche lacerante, tra chi vuole dimostrare di essere vicino alla working class e chi, evidentemente, non potrebbe essere più lontano.
Ci si gioca una fetta considerevole dell’elettorato, in altre parole, e Trump non ha intenzione di perdere terreno. La sua strategia? Rinnegare il passato della rivale e prendersi un posto alla friggitrice.
“Se starò lì (alla friggitrice, ndr) anche per solo dieci minuti, avrò lavorato da McDonald’s per più di quanto lei abbia mai fatto in tutta la sua vita”, ha dichiarato l’ex Presidente. La stoccata è chiara: Harris sta mentendo, e non ha mai indossato il grembiule con il baffo dorato. Tutto ha avuto origine a causa di un articolo del Washington Free Beacon, che ha sottolineato come l’esperienza da McDonald’s non apparisse nel CV di Harris. Piatto ricco mi ci ficco.
L’occasione era ghiotta, insomma: sfilare da sotto i piedi della rivale la pretesa di una vicinanza all’elettorato e farla propria passando una mezz’oretta alla friggitrice. Grottesco, ma strategico. Dicevamo: la corsa per la Casa Bianca passa anche e soprattutto sotto gli archi dorati. E McDonald’s non può che ringraziare.