Dazi, dazi, dazi: trattasi della parola del giorno da almeno una manciata di giorni a questa parte. Da quanto Donald Trump ha preso la Casa Bianca, si direbbe, e forse ancora prima. Se avete la (s)fortuna di lavorare nel mondo del vino vi uscirà dalle orecchie, accompagnata da percentuali roboanti, ma la realtà è che il regno di Bacco è appena un feudo. C’è anche la birra, ad esempio.
È una questione di abito, potremmo dire. Tra gli ingranaggi di allegati burocratici e trincee commerciali è apparso un elenco di prodotti legati all’alluminio ora potenzialmente soggetti a un dazio all’importazione statunitense del 25 per cento. Tradotto: la birra costerà molto di più per gli amici a stelle e strisce. Com’era la storia dell’occhio per occhio?
Le reazioni del settore
Vale la pena sottolineare che il codice doganale utilizzato – beer made from malt, letteralmente traducibile in “birra prodotta dal malto” – lascia intendere che il dazio di cui sopra andrà a colpire la birra a prescindere dall’abito “indossato”: lattina, bottiglia o fusto. Numeri alla mano, le esportazioni di birra europea negli Stati Uniti hanno fatto registrare di 1,1 miliardi di euro durante lo scorso anno, con un quinto circa di tale valore che appartiene al formato in lattina.
Allo stesso tempo è bene notare che il codice doganale in questione è da applicarsi a livello globale: in altre parole anche Paesi come il Messico, che fornisce oltre il 60 percento delle importazioni di birra degli Stati Uniti, vengono colpiti. La formulazione e la mole del dazio avrebbe spinto le aziende a farsi caute, con i colossi del settore che temporeggiano sperando in un chiarimento.
“Non sappiamo per quanto tempo la misura rimarrà in vigore e questa incertezza è già dannosa”, ha detto al quotidiano belga Nieuwsblad Raf De Jonghe, capo del gruppo di birrifici belgi BEER. Le autorità a stelle e strisce sono dunque scese in campo per dissipare un poco di confusione, e spiegare che il dazio non intende colpire la birra in sé, ma il “valore del contenuto di alluminio della lattina stessa”. In altre parole, la tassa colpirà anche le lattine di alluminio vuote. Il risultato, in ogni caso, non cambia: da rinfrescante ad amaro.