Doggy bag: secondo Luca Zaia dovrebbe essere obbligatoria

Secondo Luca Zaia lo spreco di cibo nei ristoranti dovrebbe essere affrontato rendendo obbligatoria la doggy bag.

Doggy bag: secondo Luca Zaia dovrebbe essere obbligatoria

La doggy bag – un modello virtuoso, non c’è ombra di dubbio, che naturalmente punta a combattere in maniera diretta (e concreta, concediamoglielo) il fenomeno dello spreco alimentare. In cosa consistono? È molto semplice: fondamentalmente si tratta di una scatola che può essere utilizzata per portarsi a casa gli avanzi della cena o del pranzo al ristorante di turno. Una bella idea, no? Capita a tutti di sopravvalutare la propria golosità e trovarsi con una bisteccona nel piatto che proprio no, non c’è verso di farla andare giù. Una situazione che pare sia già capitata una volta di troppo al governatore del Veneto, Luca Zaia, che nel corso della presentazione del suo libro – I pessimisti non hanno fortuna, per i più curiosi – ha spiegato come, a suo parere, la doggy bag dovrebbe essere obbligatoria.

Doggy bag: ma a che punto siamo in Italia?

Luca Zaia

Al di là della innata virtù del progetto in questione, a Zaia va riconosciuto che ha formato un’opinione ben educata sulla base di dati precisi: “In Italia sprechiamo l’equivalente di 600mila pasti al giorno”, ha spiegato. Il che è vero: gli abitanti dello Stivale non sono affatto attenti al tema dello spreco alimentare, e più recenti dati elaborati dall’Eurostat in questo contesto indicano che l’Italia si trova nettamente al di sopra della media europea per quanto riguarda la quantità di cibo buono gettata nella spazzatura.

Traducendo le parole in numeri, troviamo che gli italiani sprecano una media pro capite di 146 chilogrammi di prodotti alimentari, mentre la media europea si tiene appena intorno ai 127. Insomma, non si può evadere la dura legge del numero: in Italia abbiamo un problema con lo spreco di cibo.

Stabilito quanto sopra, viene da pensare che un’iniziativa come la doggy bag possa rappresentare una valida soluzione a tampone (non abbiamo l’arroganza né l’ingenuità per pensare che possa essere una bacchetta magica) al nostro problema. Anche in questo, tuttavia, i numeri raccontano una storia tutt’altro che felice: appena quattro persone su dieci ne fanno uso – dati che mostrano una popolarità in crescita ma comunque tipica di un modello (ci spiace dirlo) piuttosto fallimentare.

Come performano i ristoranti e le tavole calde? Secondo i dati riportati dal Corriere della Sera si arriva a gettare nella spazzatura fino al 50% del cibo ordinato dai commensali, che evidentemente viene preparato e poi non consumato. Un piccolo grande scandalo; che con l’introduzione della doggy bag obbligatoria potrebbe perlomeno essere tamponato.