Dopo il blocco totale del traffico a Milano e le targhe alterne a Roma i sindaci preparano il decalogo anti-smog.
E però, a incuriosire mezzo mondo, è una notizia che arriva da San Vitaliano, comune di seimila anime nella provincia di Napoli, in piena Terra dei fuochi, dove il sindaco Antonio Falcone ha chiesto lo stop fino a Primavera delle pizze cotte nel forno a legna accusate di inquinare troppo.
Non basta. Entro il 29 febbraio 2016 i locali con forno a legna dovranno installare costosi abbattitori per ridurre le emissioni.
La vicenda, di cui si è occupata persino la BBC, è questa.
L’ultimo rapporto di Legambiente sulla salubrità dell’aria nel piccolo centro campano contiene dati allarmanti: per ben 114 giorni San Vitaliano ha superato il limite di polveri sottili consentito dalla legge. Per darvi un’idea, Milano ha avuto 86 giorni di inquinamento massimo e Napoli 56.
Di norma, quando le polveri sottili nell’aria raggiungono livelli simili, si accusano le industrie, che però a San Vitaliano mancano, e anche il traffico non è certo quello di una metropoli.
Da qui l’ordinanza del sindaco che obbliga panificatori e pizzaioli ad adeguare i loro impianti (in pratica, a non utilizzare combustibili come pellet, legna, carbonella), allo scopo di eliminare circa l’80% delle polveri sottili presenti nell’aria.
La normativa sarà valida fino al 30 marzo 2016 per poi riprendere in autunno.
Prevedibile la rivolta dei pizzaioli, anche perché un abbattitore di polvere sottili costa almeno 20mila euro.
L’aria non ha barriere, spiega uno dei fornai storici della cittadina, non è detto che le polveri provengano dalle pizzerie e dai panifici. Se i risultati delle nuove analisi non daranno miglioramenti, sono tutti intenzionati a denunciare il Sindaco Antipizza, (anche Antipanuozzi, altra specialità di San Vitaliano).
I forni a legna vera causa dello smog? Napoli ha molte più pizzerie di San Vitaliano ma non ha mai raggiunto quei livelli di inquinamento.
[Crediti | Link: Il Mattino, BBC, The Independent]