Il Covid ha cambiato molte delle nostre abitudini, nella maggior parte delle volte in peggio. È il caso dei disturbi alimentari, che secondo uno studio sono in aumento in tutta Italia.
A segnalare i dati allarmanti è Laura Dalla Ragione, direttrice del Centro disturbi del comportamento alimentare di Todi, che in una recente intervista ha segnalato l’aumento dei casi di disturbi alimentari, in questo periodo di emergenza coronavirus, “addirittura del 30% in più, così come purtroppo della stessa percentuale è aumentato il tasso di mortalità“.
Dalla Ragione parla di “bollettino di guerra“: nelle ultime ore due pazienti (non in Umbria) sono morti per colpa dei “Dca” (Disturbi del comportamento alimentare).
“Ci sono – spiega Dalla Ragione – regioni in cui si muore di più e altre in cui si muore meno dipende dai servizi, se in un territorio ci sono o meno, perché di anoressia non si muore è una patologia che si cura e da cui si può guarire ma si muore se mancano le cure“.
Secondo quanto osservato da Dalla Ragione, i casi sono sempre stati spalmati in tutte le regioni, con un’incidenza che si riscontra del 10% nei giovani tra i 12 e i 25 anni.
“Un numero – osserva Dalla Ragione – già sottostimato e che non prende in considerazione i maschi, ma che comunque in questo 2020 ha visto una crescita incredibile. Durante il lockdown sono aumentati i casi di esordi della malattia e si sono aggravati quelli preesistenti: gli effetti della pandemia sono dannosi soprattutto per i ragazzini, di cui iniziano a soffrirne sempre da più piccoli, anche di 11 anni.”
La direttrice ha spiegato che i Dca hanno spesso origini traumatiche e la situazione legata alla pandemia “è certamente un trauma per questi ragazzini che si sono trovati soli senza amici in una situazione di angoscia e magari di tensioni familiari dovute al lockdown. Sono infatti aumentate le richieste di ricoveri di minori di 14 anni” e il problema in questo momento è anche quello della difficoltà di reperire i posti.
[ Fonte: ANSA ]