In data 26 giugno abbiamo pubblicato un articolo, ispirati dal blog personale di Carlo Rienzi ovvero il presidente del Codacons. L’autore, che ha scelto lui stesso per se stesso l’epiteto di “Rompiscatole”, aveva infatti proposto il racconto di quanto gli è accaduto mentre viaggiava verso Taranto: “La gentilezza del capotreno che scende per un caffè“, il titolo pubblicato il 20 giugno.
Il nostro articolo è nato dal fatto che questo semplice racconto ci è sembrato molto di più, ovvero un pretesto per raccontare indirettamente la nuova collaborazione con Fedez – nuova e inaspettata, visto che la lotta tra ente e rapper era accesa fino a pochissimo tempo fa.
Cosa non è piaciuto a Carlo Rienzi
In effetti “ci è sembrato” non è un’espressione corretta, perché è lo stesso Rienzi, l’autore, a darne indizio: l’incipit del proprio racconto sul capotreno è piuttosto ovvio come frecciatina (come spiegato nella nostra argomentazione), e lui stesso poi sottolinea che era diretto a Taranto “per la clamorosa iniziativa con Fedez“. Informazione fondamentale, nel contesto di un gentil capotreno che gli procura un caffè. A due giorni di distanza, Carlo Rienzi ha pubblicato un nuovo post personale intitolato “Meno male che c’è chi pensa ai più deboli“. Il soggetto? “L’iniziativa organizzata a Taranto e che ha coinvolto Fedez in materia di diritto alla salute e danni prodotti dall’Ilva“.
L’aver correlato quel racconto (anzi, i due racconti citati) a un assist per Fedez, a Carlo Rienzi è piaciuto pochissimo. Al punto da dedicarci una storia su Instagram – non tramite la propria pagina personale (visto che tutto è nato per un suo post personale) bensì tramite quella ufficiale del Codacons. E, a questa storia, rispondiamo. Anche se il nostro, a differenza del blog personale di Rienzi, è un “sito sconosciuto”.
Come chiunque può constatare leggendo la nostra argomentazione, il capotreno protagonista del racconto non è mai stato oggetto (e ancor meno oggetto negativo) delle nostre parole. Avrebbe potuto constatarlo lo stesso Carlo Rienzi, se ci avesse letti bene e oltre al titolo. Anche la storia Instagram stessa, inoltre, sfrutta ancora una volta la fiaba contemporanea del capotreno per altri scopi: la prima volta per un assist, ora per un attacco sulla nostra crudeltà d’animo contro un pover’uomo. Sulla poca dimestichezza della sottoscritta con lingua italiana, infine, c’è poco da dire: che Rienzi non abbia capito nulla di quanto ho scritto è effettivamente evidente – l’ho appena dimostrato.