È tutta una questione di conseguenze – la rottura della diga di Kakhovka, oltre naturalmente all’evidente impatto distruttivo sulle popolazioni locali, avrà un impatto potenzialmente enorme sulla sicurezza alimentare globale. Come già abbiamo avuto modo di anticiparvi, infatti, l’acqua del fiume Dnipro, precedentemente contenuta dalla diga, ha finito per riversarsi a valle invadendo case, città e soprattutto i siti di stoccaggio del grano e i campi della regione, disperdendo – o comunque rendendo inutilizzabili – le scorte e allagando le colture ancora in crescita. La lettura proposta dall’Onu, in altre parole, parla chiaro: nel futuro prossimo assisteremo a un nuovo aumento dei prezzi dei prodotti alimentari.
Diga di Kakhovka e sicurezza alimentare: l’Onu mette in guardia sulle conseguenze
Per quelli di voi che hanno passato le ultime settimane sotto una roccia – o più banalmente in ferie e lontani da schermi e giornali -, vi ricordiamo che la diga in questione, facente parte della centrale idroelettrica di Kakhova, in Ucraina, è stata danneggiata nelle prime ore del 6 di giugno, con una parte considerevole dei 18 chilometri di acqua che custodiva che hanno finito per riversarsi nei territori circostanti colpendo, come anticipato qualche riga più in su, città, case, depositi e campi.
La cronaca alimentare dell’ultimo anno ci ha già insegnato l’importanza delle derrate alimentari ucraine nello scacchiere del mercato internazionale: soprannominato – non a caso – il “Granaio d’Europa”, il Paese è di fatto uno dei maggiori produttori ed esportatori di grano, mais e olio di girasole al mondo; e i nostri lettori più attenti ricorderanno senz’altro i numerosi rincari – talvolta seguiti da veri e propri razionamenti, come nel caso dell’olio di girasole – che seguirono il blocco delle esportazioni dovuto all’invasione delle forze armate russe.
“Si tratta di un granaio, l’intera area che scende verso il Mar Nero e la Crimea è un granaio non solo per l’Ucraina ma anche per il mondo”, ha dichiarato a tal proposito il capo degli Affari Umanitari dell’Onu, Martin Griffiths. “Siamo già in difficoltà per quanto riguarda la sicurezza alimentare, ma i prezzi dei prodotti alimentari, sono sicuro, sono destinati ad aumentare”.
Il dado è tratto, in altre parole: “È quasi inevitabile che si verifichino enormi problemi nella raccolta e nella semina per il prossimo raccolto” ha continuato Griffiths. “Assisteremo a un enorme impatto sulla sicurezza alimentare globale, ecco cosa succederà”. Importante considerare, infine, l’impatto locale della rottura della diga di Kakhovka: si stima che 700.000 persone siano di fatto dipendenti dal bacino idrico dietro la diga per l’acqua potabile e che, senza accesso a tale risorsa, potrebbe verificarsi la fioritura di malattie e altri disordini.