La Dieta mediterranea è pronta ad aggiornarsi nel contesto della prassi Uni/Iso, best practice presente sulla piattaforma della Dg Sante Strasbrurgo europea, che di fatto mira a integrare e promuovere uno stile di vita favorevole allo sviluppo sostenibile. Eh sì, perché di fatto la parola del momento è senza ombra di dubbio quella – sostenibilità, per l’appunto -, ed è importante dimostrare che è possibile fare convivere l’avere radici ben saldate nella tradizione e uno sguardo orientato verso i processi innovativi e moderni: in altre parole, l’iter di aggiornamento riguarderà da vicino l’integrazione della dimensione della sostenibilità.
Si tratterà di una normazione certificata di azioni, pratiche e comportamenti dei singoli soggetti e delle organizzazioni di settore con tanto di regole, protocolli e conformità declinate secondo il rispetto dell’ambiente; con il modello alimentare della Dieta mediterranea da intendere come stile di vita in grado di ergersi come attore attivo dello sviluppo sostenibile.
Nello specifico, l’Osservatorio Dieta Mediterranea (organismo del quale fanno parte Ciheam Bari, Ordine nazionale biologi, Uni/Iso e Università di Parthenope, Coldiretti e Campagna Amica) ha già avviato due iniziative: la prima, circoscritta in due Istituti scolastici della Campania, con azioni finalizzate alla diffusione della cultura alimentare e del corretto stile di vita; mentre la seconda riguarda il mondo della ristorazione e prevede sia l’adozione di menu messi a punto da un gruppo di esperti dell’Osservatorio sia l’affiancamento dei ristoratori allo scopo di guidarli nell’adozione di regole e protocolli della Dieta mediterranea.