Coloro che seguono una dieta vegetariana hanno una probabilità inferiore del 14% di contrarre o sviluppare il cancro rispetto a chi, invece, fa consumo di carne: è quanto emerge da uno studio condotto da alcuni ricercatori dell’Università di Oxford, che hanno analizzato le abitudini alimentari di 470 mila abitanti del Regno Unito. Il collegamento tra una dieta ricca di carne – definita, nel contesto nello studio, come più di cinque volte a settimana – e il cancro pare evidente, ed è anche rafforzato dal fatto che coloro che invece ne consumano quantità minori (pur senza rinunciarci) avevano comunque un rischio inferiore del 9%.
Gli autori dello studio, però, hanno voluto chiarire che i risultati emersi non dimostrano in maniera definitiva che il consumo regolare di carne aumenti direttamente il rischio di cancro: proprio come nel caso della ricerca sulle verdure che non impattano direttamente sulle malattie cardiovascolari, bisogna infatti tenere conto delle abitudini (fumo, esercizio fisico…) e della forma corporea. I dati, però, non mentono, e suggeriscono a tutti gli effetti che “comportamenti dietetici specifici come le diete a basso contenuto di carne o vegetariane possono avere un impatto sulla riduzione del rischio di alcuni tumori; in questo caso intestino, seno e prostata”, come ha spiegato la Dott.ssa Giota Mitrou, direttrice della ricerca e dell’innovazione presso il World Cancer Research Fund International (WCRF).
A tal proposito, la Dott.ssa Julie Sharp, responsabile della salute e delle informazioni sui pazienti di Cancer Research UK, ha affermato che, anche se è stato ormai dimostrato che la riduzione dei consumi di carne lavorata aiuti a ridurre il rischio di cancro all’intestino, “un po’ di pancetta o prosciutto ogni tanto non fa male”.