Quanto si guadagna con un ristorante? E con un bar? Chiaro, ci rendiamo conto che, considerando l’ampiezza del settore e tutte le sue potenziali declinazioni, la risposta rischia di incagliarsi su di un democristiano “dipende”: le novità ai “piani alti”, per così dire, ci permettono tuttavia di dare un’occhiata ai redditi medi delle diverse partite Iva – comprese quelle operanti nel mondo della ristorazione, per l’appunto.
Immaginiamo che prima di lasciare spazio ai numeri sia però doveroso prendersi qualche riga per intavolare un po’ di contesto: è bene notare, infatti, che presso il Consiglio dei Ministri è atteso, entro la fine del mese, il concordato biennale che punta a fare siglare tra fisco e lavoratori autonomi una serie di accordi preventivi sul reddito da dichiarare. Ma che significa?
La differenza tra redditi “affidabili” e “inaffidabili”
Ve la facciamo semplice – tali accordi aprono fondamentalmente le porte alle partite Iva comprendendo quelle che, secondo le pagelle fiscali attive dall’ormai lontano 2018, sono da considerarsi “inaffidabili”. Eh già, perché a oggi il mondo delle p. Iva è fondamentalmente suddivisibile in due gruppi, con gli stessi indici di affidabilità delle pagelle che fanno da spartiacque.
L’idea, spiega il viceministro all’Economia Maurizio Leo, è quella di “stimolare sempre di più la gente ad adeguarsi e a essere confidenti con il fisco“. Prendendo una valutazione in numeri, dall’8 in su si è considerati affidabili, mentre al di sotto questa cifra si è giudicati a rischio evasione, con conseguente possibilità di subire degli accertamenti. Numeri alla mano, nello studio del 2022 sui redditi del 2021, su 2,42 milioni di autonomi censiti ben 1,34 milioni, cioè il 55,4%, si trovavano sotto la soglia minima dell’8.
Gli “inaffidabili”, che per l’appunto compongono (o componevano, se vogliamo formulare una vaga forma di beneficio del dubbio) più della metà del corpo dei lavoratori autonomi, hanno un reddito medio dichiarato che si attesta a 23.530 euro all’anno, vale a dire il 68,5% in meno dei 74.698 euro dichiarati dai contribuenti che invece si trovano sopra l’8 nelle valutazioni.
Il che ci porta, finalmente, a portare la nostra lente di analisi ai redditi di ristoratori e baristi. Ancora una volta i numeri parlano chiaro, e raccontano di uno scarto notevolissimo tra la frangia degli “affidabili” e quelli che, invece, si piazzano a rischio accertamenti: nella ristorazione commerciale si passa infatti dai 38.387 euro lordi annui medi dei contribuenti “virtuosi” ai soli 3.362 degli insufficienti (una differenza addirittura del -91,2%).
Numeri leggermente migliori, invece, per quanto concerne bar e pasticcerie; con il gruppo degli “affidabili” che dichiara 29.107 euro e il secondo che non supera, inspiegabilmente, la soglia dei i 5.633 (-80,6%). Bar e ristoratori, in ogni caso, rimangono due delle categorie con lo scarto più vistoso tra i due gruppi di contribuenti.