Ok, questa è una di quelle storie che, prima di essere affrontate, richiedono una piccola introduzione – per la nostra (e la vostra) fortuna, tuttavia, a sto giro si tratta di una vicenda piuttosto semplice. Per farvela breve, il rapper Sean “Diddy” Combs aveva accusato Diageo di razzismo per avere limitato la distribuzione dei suoi marchi di vodka e tequila, rispettivamente chiamati Ciroc e DeLeon, nelle aree urbane in parte a causa del colore della sua pelle.
La causa, intentata presso la Corte Suprema di New York, sostiene in parole povere che il colosso degli spiriti abbia trattato i marchi del rapper come “prodotti urbani di qualità inferiore” privilegiando, allo stesso tempo, investimenti su prodotti come la tequila di un certo George Clooney.
Sean “Diddy” Combs e l’accusa di razzismo: la risposta di Diageo
L’obiettivo del rapper, stando a quanto specificato nel corpo della stessa causa, sarebbe stato quello di chiedere miliardi di dollari di danni; mentre Diageo aveva cautamente negato le accuse di matrice razzista rilegando l’intera vicenda a una semplice “controversia commerciale” poi riformulata dallo stesso Sean “Diddy” Combs.
A poco meno di un mese da questi avvenimenti, Diageo ha infine rotto il silenzio annunciando la propria intenzione di terminare ogni tipo di relazione di affari con Sean “Diddy” Combs con un comunicato stampa ufficiale.
“Siamo rattristati dal fatto che il signor Combs abbia scelto di riformulare una controversia commerciale come qualcosa di diverso, andando a danneggiare una partnership produttiva di valore” si legge nella nota stampa di Diageo. “Le azioni in malafede del signor Combs hanno chiaramente violato i suoi contratti e non ci hanno lasciato altra scelta che muoverci per respingere il suo reclamo infondato e porre fine al nostro rapporto d’affari. Il signor Combs ha ripetutamente minato le nostre partnership e minacciato di diffamare pubblicamente Diageo se non avessimo soddisfatto le sue irragionevoli richieste finanziarie”.
Fine della corsa, in altre parole – o almeno per quanto riguarda l’aspetto commerciale. “Diageo crede fermamente nel marchio Cirôc e DeLeón e continua a impegnarsi per il loro successo” prosegue la dichiarazione. “Nonostante abbia guadagnato quasi un miliardo di dollari nel corso della nostra relazione di 15 anni, il signor Combs ha contribuito con un totale di 1.000 dollari e si è rifiutato di onorare i suoi impegni”.
Attenzione, però: se è pur vero che, come abbiamo riportato, il rapporto professionale è di fatto ormai andato in frantumi, la tensione tra le parti continua a sussistere. Come riportato da The Drinks Business, che ha contattato l’entourage del rapper per un commento sulla vicenda, lo stesso avvocato di “Diddy” Combs, John C. Hueston, ha definito la sopracitata dichiarazione di Diageo come “un cinico tentativo di distrarre dalle molteplici accuse di discriminazione”.
“Diddy” Combs avrebbe, stando alle parole del suo avvocato, “ripetutamente sollevato preoccupazioni quando i dirigenti senior [di Diageo, ndr] pronunciavano commenti insensibili alla razza”: una tendenza che troverebbe conferma nel fatto che la stessa Diageo avrebbe accettato “nel suo contratto di trattare DeLeón nello stesso modo in cui trattava gli altri loro marchi di tequila”. In altre parole, spiega Hueston, “questa causa e il signor Combs non se ne andranno”.