Di fronte ai dazi di Trump, l’UE risponde a tono: blocco a import di cibi USA

Trump gioca d'azzardo, l'UE rilancia puntando sul cibo importato dagli USA. Chi vincerà la guerra dei dazi?

Di fronte ai dazi di Trump, l’UE risponde a tono: blocco a import di cibi USA

Dall’altra parte dell’oceano si fa la voce grossa, e gli ordini esecutivi fioccano come pistolettate fra cowboys all’O.K. Corral. Il riferimento è ovviamente a Donald Trump, che fra lo smantellamento di un’agenzia e l’altra, si è concentrato sulle tariffe. D’altro canto i dazi a beni importati (per promuovere l’economia interna, almeno in teoria) sono stati un cavallo di battaglia in campagna elettorale. Adesso che il gioco si fa duro però i duri iniziano a giocare. Entra in campo anche l’Unione Europea, che ha appena deciso di rispondere con un bando al cibo dagli Stati Uniti.

Focus sulla soia

soia

Auto, cosmetici, arredamento, farmaci dimagranti, moda, gioielli. Questi i settori europei più colpiti dai dazi di Trump. Ma in questa partita globale compare invariabilmente anche il cibo, in particolare la categoria vino e distillati. L’applicazione di tariffe, almeno sul breve termine, rischia di aumentare i prezzi per gli americani e rallentare la crescita economica per gli europei. Qualcuno dice che la luce in fondo al tunnel sarà la più brillante mai vista, al momento però si brancola nel buio.

Di fronte all’ostilità sul piano economico, l’UE non sta a guardare. Proprio in questi giorni il Financial Times riporta la volontà di bloccare determinati prodotti agroalimentari americani, in una logica di reciprocità. Dalla prossima settimana la Commissione Europea valuterà i limiti di importazione più elevati, a partire dalla soia. I metodi di coltivazione USA sono anche troppo convenzionali, permettendo l’uso di pesticidi altrimenti proibiti in Europa.

La tecnica della vendetta sul piano semi-personale è una novità per l’altrimenti rigida e procedurale UE. Finora infatti la Commissione si era opposta alle richieste di reciprocità avanzate da stati membri come la Francia (che si sa, non le manda a dire). Misure del genere, questa la replica della Commissione, sarebbero andate contro gli accordi del WTO. D’altronde, quando si ha a che fare con uno per cui le regole in tutti i campi (difesa, sanità, commercio) non sussistono, il gioco deve necessariamente cambiare. Bisogna vedere se effettivamente funziona.