Torniamo a parlare di rider. Nello stesso decreto che ha revocato il commissariamento di Uber Eats Italy, ecco che i giudici hanno colto l’occasione per esprimere le loro perplessità in merito al contratto nazionale con Assodelivery firmato dalla sola sigla sindacale Ugl.
Se ricordate, Ugl era stata la sola sigla sindacale ad aver deciso di stipulare con Assodelivery il “contratto collettivo nazionale per la disciplina dell’attività di consegna di beni per contro altrui, svolta da lavoratori autonomi, i cosiddetti rider”.
In un passaggio del decreto firmato dai giudici dela sezione misure di pevenzione del Tribunale di Milano per richiedere la revoca del commissariamento di Uber Italy, ecco che i giudici stessi hanno sottolineato la loro perplessità in merito alla rappresentanza effettiva di questa categoria di lavoratori, con conseguente necessità di riprendere le trattative anche con tutte le altre associazioni sindacali.
Il collegio guidato dal giudice Fabio Roia ha spiegato che il contratto collettivo sottoscritto lo scorso 15 settembre ha innalzato alcune soglie di tutela dei rider, soprattutto per quanto riguarda il rispetto degli obblighi in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e per la creazione di criteri minimi per determinare il compenso, basati sulla distanza della consegna, sulla fascia oraria, sul tempi stimati pe la consegna, sulle giornate feriali o festive e sulle condizioni metereologiche.
L’accordo stipulato fra Assodelivery e Ugl ha aumentato i livelli minimi di retribuzione, arrivando così a 10 euro lordi l’ora, ha inserito l’obbligo di coperture assicurative e di misure e protocolli per evitare il caporalato e il lavoro irregolare.
Tuttavia tale accordo non ha preso minimamente in considerazione l’inquadramento dei corrieri nella categoria dei lavoratori autonomi.