Per quanto riguarda il delivery, ecco che è stato revocato il commissariamento a Uber Italy. Il che vuol dire che l’azienda può tornare a lavorare in autonomia, promettendo di dare ai rider fino a 1.300 euro al mese.
Se ricordate, lo scorso 29 maggio 2020 era stata disposta l’amministrazione giudiziaria per Uber Italy, con l’accusa di capolarato sui rider.
Tuttavia adesso la Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano, guidata da Fabio Roia, ha revocato l’amministrazione giudiziaria. Grazie alle relazioni positive realizzate dagli amministratori giudiziari, infatti, anche il pm Paolo Storari aveva chiesto la revoca: tutto merito dell’azienda che si è attivata per eliminare le forme di sfruttamento, migliorare i salari e garantire la sicurezza dei rider.
L’indagine realizzata dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della GdF e del pm Paolo Storari, avevano evidenziato come i rider di Uber Eats venissero pagati a cottimo 3 euro a consegna, privati delle mance e puniti se osavano ribellarsi.
Ma da allora Uber Eats Italy Srl si è data da fare per migliorare le condizioni di lavoro dei rider. Adesso la nuova tariffa prevede un aumento medio del compenso del 40% sulle corse corte, quelle stimate 12 minuti e dell’11% per le corse intermedie, quelle stimante 20 minuti. In base alle scelte individuali dei rider che potranno decidere quando e come lavorare, ecco che il salario mensile potrà andare da 431,78 euro per una frequenza bassa di ordini evasi, compresi fra i 60 e i 150 al mese, fino ad arrivare a 1.302,97 euro per più di 250 ordini al mese.
Inoltre in questi ultimi dieci mesi, la società ha del tutto riorganizzato il lavoro, sempre nell’ottica di smettere di sfruttare i lavoratori.