Deliveroo è pronta per quotarsi in Borsa: la piattaforma di food delivery, uno dei tre o quattro giganti mondiali del settore, in cui è presente anche Amazon con una quota di minoranza, ha lanciato un’Offerta pubblica iniziale (IPO) in cui prevede di vendere azioni per 1 miliardo di sterline, corrispondenti a circa 1 miliardo e 160 milioni di euro. Deliveroo ha annunciato che dovrebbero essere messe in vendita anche quote già detenute da alcuni azionisti, con ciò rendendo possibile l’ulteriore aumento della cifra. L’operazione dovrebbe spingere la società a una valutazione complessiva di 8 miliardi e rotti di euro (7 miliardi di sterline), stabilendo quindi una quotazione record nella piazza affari inglese, la più alta da 7 anni a questa parte.
Per tenersi al sicuro da scalate e operazioni ostili comunque, sempre possibili quando le azioni sono scambiate sul mercato borsistico, Deliveroo ha diviso le azioni in due categorie: oltre a quelle ordinarie che valgono un voto in assemblea soci, ce ne sono alcune speciali, che assegnano 20 voti ciascuna, e sono detenute solo dal fondatore e CEO Will Shu. Questo regime speciale dovrebbe durare 3 anni. L’operazione di quotazione è effettuata sotto il controllo di Goldman Sachs e JP Morgan, con la partecipazione di Bank of America, Citi, Jefferies e Numis.
Il 2020 com’è noto è stato l’anno della pandemia e della conseguente crisi economica che ha colpito in particolare il settore food, ma è stato anche l’anno del lockdown in cui l’asporto e le consegne hanno avuto un boom. Deliveroo, in particolare, ha registrato una forte performance, riducendo le perdite a 223,7 milioni di sterline, rispetto ai 317 milioni del 2019. Il valore lordo delle transazioni (GTV) è poi aumentato del 64%, una vera impennata che ha portato il valore degli acquisti gestiti dai 2,5 miliardi di sterline del 2019 ai 4,1 miliardi di sterline dell’anno scorso. Deliveroo dichiara 6 milioni di consumatori mensili. Ciononostante, i margini di crescita sono enormi, considerando che le ordinazioni di pasti online rappresentano solo il 3% del mercato.
D’altro canto non sono mancate le polemiche e le perplessità per le condizioni lavorative dei rider, inquadrati contrattualmente come autonomi, sottopagati e senza garanzie. Mentre una piattaforma come Just Eat ha annunciato di voler riconoscere i fattorini come dipendenti, proprio Deliveroo si sta opponendo con ogni mezzo alle ultime sentenze, addirittura portando come testimone in tribunale un rider finto.
[Fonte: Reuters]